martedì 23 dicembre 2014

UN ESEMPIO VIRTUOSO DI ENERGIA ECOSOSTENIBILE



Al North American International AutoShow (NAIAS) di Detroit, il presidente del consiglio di sorveglianza della casa tedesca Volkswagen, Bernard Pischetsrieder, ha annunciato lo studio di fattibilità economica della trasformazione di cellulosa in etanolo, ed a breve comunicherà la decisione definitiva. Inoltre ha affermato che la sua società è fortemente impegnata nel ridurre la dipendenza dai carburanti fossili, cercando il migliore approccio per sostituire i carburanti tradizionali con i biocarburanti, l’unico modo per soddisfare l’individuale bisogno di mobilità delle persone nel lungo periodo. Per fare questo occorrono tecnologie più complesse rispetto alla trasformazione in bioetanolo degli zuccheri di scarto come le melasse o amido, in quanto la cellulosa è molto più resistente all’idrolisi pur essendo un polisaccaride. La VW progetta di far entrare in funzione un impianto di questo tipo entro il 2008. La joint study è sviluppata insieme alla Royal Dutch Shell e alla canadese Iogen Corporation. La società canadese, esperta nella produzione di enzimi biotecnologicamente avanzati, ha sviluppato un prodotto che fa parte dei così detti biocarburanti di seconda generazione, prodotti da scarti agricoli, risultato di più di 25 anni di ricerca e sviluppo. Anche da parte della Shell, la multinazionale anglo-olandese, leader mondiale nella distribuzione di carburanti, stiamo osservando un forte interesse nei biocarburanti: sta investendo in nuove tecnologie e in partnership per diventare il principale fornitore di carburanti di nuova generazione con l’intenzione di provvedere ad un aumento della coscienza ambientale e delle prestazioni dei veicoli. Infatti, oltre alla joint venture con la VW e la Iogen Corporation per la produzione di bioetanolo, ha acquistato nell’agosto 2005 una partecipazione della Choren Industries di Freiberg, una società produttrice di biocarburanti, che costruirà un impianto sperimentale di SunDiesel (diesel sintetico ottenuto tramite una tecnica che permette di sfruttare scarti agricoli, come paglia e legno) da 15.000 t/anno entro il 2005. Questo prodotto è stato provato con successo dalla Daimler-Chrysler e dalla Volkswagen e in breve tempo sarà immesso sul mercato.
In Gran Bretagna la Green Spirit Fuels è stata autorizzata a costruire un impianto per la produzione di biocarburante dal grano, nell’ambito del progetto biocarburanti varato dall’amministrazione del Somerset, una regione inglese in cui l’agricoltura è fortemente presente. La costruzione dell’impianto che sarà in grado di produrre 100.000 t/anno di etanolo inizierà quest’anno, mentre la produzione inizierà nel 2007 (Hi-tech ambiente, marzo 2006). In Brasile stiamo osservando al ritorno al massiccio utilizzo di etanolo come combustibile. Infatti in questo paese, negli anni ’70 a causa della crisi petrolifera, era stato fortemente sviluppato l’utilizzo di etanolo al posto della benzina tradizionale. L’etanolo veniva prodotto per fermentazione dalla canna da zucchero, pianta coltivata in gran quantità in Brasile. Tuttavia negli anni ’90, il petrolio era tornato ad essere il principale combustibile, anche se tutta la benzina messa in commercio aveva ancora un contenuto in etanolo pari al 20% (chiamata gasolina). Oggi con lo sviluppo di nuovi motori e con il nuovo  aumento dei prezzi del petrolio, l’etanolo è tornato ad essere molto competitivo e la vendita di auto funzionanti con la tecnologia Flex Fuel (tecnologia sviluppata da Magneti Marelli e Fiat: motori in grado di funzionare con qualsiasi miscela etanolo/benzina) lo dimostrano (Collina, 2006).

G.N.

Nessun commento:

Posta un commento