venerdì 26 dicembre 2014

MESSICO, UN PAESE MEGADIVERSO


Il Centro America condensa dentro di sé una grande biodiversità antropologica e culturale, che deriva dal continuo passaggio su questa terra di uomini di culture ed etnie diverse. Tutte queste peculiarità biologiche ed antropologiche hanno fatto del Centroamerica un luogo unico. Ciò che arricchisce ulteriormente questa diversità bioantropologica è la convivenza tra specie e culture differenti che ha avuto il merito di sviluppare espressioni importanti in termini agronomici, artistici ed astronomici. Questo ha contribuito ad una unità culturale fondamentale: la cosiddetta mesoamerica - America Centrale, un territorio che va dal Messico meridionale fino a Panama. L’economia di questa regione si fonda su un’agricoltura nella quale la coltura del mais riveste un ruolo molto importante, ed è riuscita ad approntare politiche e strategie che sono riuscite a far fronte alle esigenze alimentari della popolazione centroamericana.
Il Messico è con il Costa Rica il paese Centroamericano dal maggiore interesse naturalistico: è il quarto della Terra per biodiversità, dopo Indonesia, Brasile e Colombia. Il Messico detiene circa 200.000 specie differenti, è la patria di 10-12% della biodiversità globale (SEMARNAT, 2010).
E’ capofila nella biodiversità dei rettili con 707 specie conosciute, al secondo posto con 438 specie di mammiferi, quarto con 290 specie di anfibi, e sempre quarto per la propria flora, con 26.000 specie diverse (CONEVYT, 2010). Il Messico è anche considerato il secondo paese al mondo per gli ecosistemi e il quarto per specie totali (CONABIO, 2010). Le foreste e i boschi coprono un'area di 487.000 km² (oltre il 24,9% della superficie territoriale).
La grande varietà della flora messicana è strettamente legata alle differenze climatiche: cactus vari, yucca sp. L., agave sp. L, mesquite- Prosopis sp. Humb.- crescono nelle regioni semidesertiche del nord, mentre le tierras calientes offrono una lussureggiante vegetazione che in alcune zone si infittisce fino a dar luogo a Sempre in queste regioni crescono, oltre ai legnami pregiati, palme da cocco, caucciù, mandorli, fichi e olivi.
Sulle pendici montane s’incontrano boschi di querce, pini e abeti. Infine nelle cosiddette tierras hieladas, ovvero oltre i 4.000 metri di quota, vivono esemplari di vegetazione artica.


Fauna
Anche la fauna è estremamente diversificata a seconda delle differenti fasce climatiche; il lupo e il coyote abitano le aride regioni settentrionali, mentre nei boschi delle pendici montane trovano riparo l’ocelot, il giaguaro, i pecari, l’orso e il puma. Numerose sono anche le specie di rettili – tra cui la tartaruga, l’iguana, il serpente a sonagli e l’alligatore – e, lungo la costa e negli estuari dei fiumi, di pesci.
Le coste del Messico sono i luoghi preferiti dalle tartarughe marine: la maggior parte delle specie esistenti va a deporre le uova sotto la sabbia delle spiagge che si estendono tra la Baja California e lo stato di Oaxaca: qui si possono vedere anche elefanti e leoni marini. Le acque della Baja California sono famose anche per le balene che in inverno vengono a riprodursi. 
Tra le molte varietà di uccelli vi sono anche pellicani, cormorani, aironi, fenicotteri, colibrì. Nelle zone paludose e nelle lagune si trovano alligatori, caimani e rettili, compreso il boa constrittore.
L’Inquinamento
L’esplosiva crescita demografica del paese e il suo notevole fabbisogno di risorse hanno avuto conseguenze molto pesanti sull’ambiente. L’espansione agricola e i metodi di coltivazione non sono ben controllati. Erosione e salinizzazione del suolo, inquinamento dei corsi d’acqua e delle falde freatiche ad opera dei prodotti chimici per l’agricoltura sono fenomeni molto diffusi. I problemi ambientali più gravi si riscontrano a Città di Messico, una tra le metropoli più popolose del mondo. L’alta concentrazione d’industrie, il traffico e gli elevati consumi energetici per uso domestico, uniti alle sfavorevoli condizioni geografiche e meteorologiche, si traducono in un grave inquinamento dell’aria. Il tasso di deforestazione è elevato (0,46%) e una quantità sempre maggiore d’area boschiva lascia il posto alle colture.
La foresta tropicale umida, che una volta copriva il 6% del territorio, è ora ridotta della metà. Tutti gli habitat naturali sono minacciati: le foreste montane di latifoglie, le foreste di mangrovie, le zone umide costiere, la foresta tropicale umida, la foresta tropicale secca e le zone aride. La difficile situazione determinatasi nell'ambiente messicano ­ in termini di scadente qualità dell'aria, di grande produzione di rifiuti e di scarsa disponibilità di acqua potabile ­ è emblematicamente rappresentata dalla capitale, Città di Messico. Nella sua area (circa 1.200 kmq) non solo si accalca una popolazione superiore a venti (secondo altre stime vicina, addirittura, a trenta) milioni di abitanti, ma sono funzionanti circa 30.000 stabilimenti industriali e vi si sviluppa una caotica circolazione automobilistica. Tutto ciò provoca un inquinamento atmosferico tale che non ha eguale in altri Paesi. Inoltre la città, che sorgeva in origine su un lago, oggi quasi totalmente prosciugato, è cresciuta su un suolo rimasto impregnato d'acqua e poco stabile. Per questo motivo essa tende a sprofondare sotto il peso delle costruzioni tanto che il centro si è abbassato di circa cinque metri in un secolo. Se si considera, poi, che la città si è sviluppata in un'area a forte sismicità, si può comprendere anche perché i due fenomeni si siano sommati e abbiano reso ancor più insicura la vita di milioni di cittadini. Il terremoto verificatosi nel 1985, proprio per questi motivi, ha fatto registrare un gran numero di vittime e ha provocato gravissimi danni. L’attività antropica e l’inquinamento determinano una  forte erosione genetica, fenomeno molto grave. In Messico negli ultimi anni è stato perso l’80% della biodiversità.

La protezione  dell’ecosistema
Circa 2.500 sono le specie protette dalla legislazione messicana.
Il governo messicano ha istituito il Sistema Nazionale d’informazione sulla Biodiversità, incaricato di studiare e promuovere l'utilizzo sostanziale degli ecosistemi.
 La tutela dell’ambiente in Messico risale al tempo dei maya, quando furono riconosciute speciali riserve forestali e lo sviluppo dell’agricoltura obbediva a un rigido sistema di criteri ecologici. Le antiche tradizioni di gestione del territorio andarono perdute dopo la conquista del Messico da parte degli spagnoli e il degrado proseguì sin verso la fine del XIX secolo, quando prese avvio la moderna legislazione in materia di protezione ambientale. In Messico 170.000 chilometri quadrati sono considerati "Aree Naturali Protette". Nel paese sono state istituite nuove 16 Riserve della biosfera nell’ambito del programma MAB (Man and the Biosphere, l’uomo e la biosfera) dell’UNESCO. In totale abbiamo 34 riserve della biosfera - ecosistemi inalterati - 64 parchi nazionali, 4 monumenti naturali, 26 aree per proteggere la flora e la fauna, 4 zone di protezione naturale e 17 santuari - zone con una ricca diversità delle specie. L’estensione di molte di queste aree non è tuttavia ben definita e il grado di protezione varia a seconda della classificazione del territorio. Soltanto lo 8,7% della superficie del paese è dunque effettivamente protetto; deforestazione, bracconaggio, discariche, devastazioni attuate dall’industria mineraria, eccessivo sfruttamento dei pascoli ed erosione rappresentano una costante minaccia. Il Messico ha ratificato la Convenzione sul diritto del mare e ha aderito a numerosi accordi ambientali internazionali in tema di: cambiamento climatico, desertificazione, specie in via d’estinzione, smaltimento di rifiuti nocivi, scarico dei rifiuti in mare, tutela della vita marina, abolizione dei test nucleari, protezione dell’ozonosfera, inquinamento navale, conservazione delle zone umide e caccia alle balene. A livello locale esistono poi degli accordi per la protezione del mar dei Caraibi e una convenzione per la salvaguardia della natura e la conservazione della fauna nell’emisfero occidentale.

G.N.


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