I fiori da sempre hanno avuto grande importanza
nella vita quotidiana dell’uomo in ogni cultura.
Nel Messico preispanico le piante
rivestivano un importante ruolo religioso e sacrale all’interno dei complicati
riti e nelle numerose festività.
Il mais (Zea mays L.) e l’amaranto (Amaranthus
sp. L) ad esempio erano divinizzati ed
oggetto di riti che culmivano spesso nel sacrificio umano
Un abitudine poco conosciuta e meno
cruenta, era l’attitudine della popolazione preispanica a sfruttare i fiori come alimento.
Sicuramente attirati dal colore, profumo, ma sopratutto per arricchire di
proteine e vitamine l’alimentazione basata sul mais, in un paese dove le piante
trabboccano di fiori.
Cosicchè usavano i fiori di zucca detti ayoxòchitl in Nahua come ripieno in tortillas
e tamales, altri come il fiore dell’Izote
(Yucca philiphera L.), del maguey (agave tequilano), del frijol
(Phaseolus coccineus L.), del colorìn o gasparito (Erythrina americana Mill.),
l’infiorescenza della palma Chamaedorea
tepejilote e del chile de gato (Spathiphyllum cochlearispatum) dal forte sapore speziato erano contorno
e piatto forte della cucina quotidiana
(Malvaiz A. et al, 1998).
Probabilmente in questo inusuale e
diffuso consumo di fiori nella cucina preispanica potremmo trovare alla base
credenze culturali. Sicuramente per molte delle antiche culture mondiali e per
l’odierna fitoterapia, le gemme e i boccioli fiorali racchiudono in se tutta
l’energia della pianta in potenziale, che sta per schiudersi.
Gli spagnoli dopo la Conquista introdussero in Messico la jamaica ovvero il fiore dell’ Hibiscus sabdariffa L. - detto ‘karkade’
in Africa orientale da dove è originario, la rosa (Rosa L.) e l’arancio (Citrus
x aurantium L.).
Oggi il Messico non ha dimenticato
del tutto l’antica attitudine che si riflette nella sua gastronomia
specialmente nello stato di Veracruz dove questa tradizione si è tramandata in
modo particolare. In questa pregiata sintesi dell’opulenza europea e della
semplicità indigena abbondano i fiori nelle famose quesadilles di formaggio con
l’epazote e fiori di zucca (Cucurbita
pepo L.) fatte a Orizaba e Cordoba, saporite tortillas indigene aromatizzate con profumati fiori d’arancio o
dolci a base di petali di rose.
Per accompagnare il lauto pasto non
può mai mancare l’agua de sabor un
rinfrescante infuso a base di Jamaica.
La maggior parte dei fiori sono cucinati capeados
ovvero bolliti, scolati e poi passati nell’uovo sbattuto e saltati in padella o
guisados
ovvero bolliti e poi cucinati in sughi e zuppe con carne e spezie. Da notare che data la presenza d’alcaloidi in molti fiori (Sotelo et Al
2007) è indispensabile bollire l’infiorescenza con acqua e un soluto alcalino
come può essere ad esempio la cenere del focolare o il carbonato di calcio in
questo modo è abbassata la concentrazione d’alcaloidi tossici presenti nel
fiore che sono solubili in soluzione alcalina, e in sequenza allontanare
quest’acqua e risciacquare sotto acqua corrente (Scarpa, 1980).
Quest’importante accorgimento non sempre viene rispettato oggi giorno, ma date
le basse dosi assunte non siamo comunque
nel campo della tossicità.
G.N.
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