Come si decide se una risorsa è davvero rinnovabile?
In linea di massima, le risorse rinnovabili hanno un tempo
medio di rigenerazione plausibile col loro stock e con il consumo corrente
dello stesso.
A questa definizione aggiungiamo due elementi chiave ovvero:
disponibilità, sicurezza e in una parola sostenibilità.
Vengono dette tali e correntemente usate: l’energia
solare, l’energia eolica, le maree, l’energia geotermica, l’energia
idroelettrica, la biomassa.
L’atomica, già da 50 anni una realtà, può sostituire da
sola i combustibili a base di carbonio tradizionali per la produzione d’energia
ma ha concreti svantaggi nell’eliminazione
delle scorie, nell’elevatissimo potenziale rischio ambientale e non è
inclusa nel gruppo delle rinnovabili perchè esauribile.
Grandi speranze sono racchiuse nella fusione nucleare ma
per ora la ricerca è di fronte ad ostacoli tecnici. Nessuna di queste energie
rinnovabili può aspirare ad essere la predominante in un prossimo futuro ma
solo a far la sua parte insieme alle altre fonti per contribuire ad una
sostituzione parziale o totale dei fossili non sostenibili.
Nel futuro si va
verso un insieme ben assortito di varie energie alternative usate per sostituire la penuria di fonti
alternative e lo sviluppo e la commercializzazione di quelle esistenti va di
pari passo alla riduzione totale dei consumi mondiali, grazie allo sviluppo di
nuove tecnologie unite alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica per
abbattere gli sprechi e favorire il riciclo (Tab 1.6.1).
Di fronte a questi intenti s’oppone il potentato formato
dalle lobby petrolifere, i paesi produttori e i politici che in conformità a
logiche speculative s’oppongono o rallentano l’avanzare dell’ energia
alternativa.
Il protocollo di
Kyoto da solo non basta per favorire le rinnovabili, è solo un inizio, ma le
energie alternative sostenibili non sono concorrenziali ai fossili per il
mercato economico e se non adeguatamente incoraggiate soccombono
inesorabilmente senza conquistare quegli ampi e duraturi settori di mercato,
indispensabili a contrastare l’effetto serra.
Il problema nasce dal fatto che il mercato lasciato a se
stesso ragionando per meri mezzi economici, non computa alle rinnovabili i
bassi costi per la collettività in termini di salute pubblica e il valore
aggiunto creato nella filiera di produzione.
Le energie rinnovabili sono chiaramente la scelta unica,
unita all'uso delle innovazioni tecnologiche, per limitare le emissioni di CO2
e far fronte all'esaurimento progressivo dei combustibili fossili.
Le maggiori fonti d’anidride sono divise in due
parti la CO2 derivante dalla produzione d'energia elettrica e
quella derivante dalla combustione dei carburanti per autotrazione.
Tab.1 Produzione mondiale d’energia
elettrica (Riello, 2003).
Nel 2002
|
Nel 2030
|
|
Carbone
|
37%
|
39%
|
Gas
|
17
|
31
|
Idroelettrico
|
17
|
13,5
|
Nucleare
|
16
|
9,5
|
Petrolio
|
11
|
4
|
Altre rinnovabili
|
2
|
5
|
Totale
|
15.500 Twh
|
31.000 Twh
|
L’energia elettrica prodotta con i combustibili fossili ha
un costo in termini di produzione d’anidride carbonica elevato (tab
1.6.2).
Si pensi che per far fronte al consumo di 3.300 famiglie
in un anno (che è di 10.000.000 Kwh) bisogna produrre 7.000.000 Kg di CO2
e per riassorbirla bisogna piantare qualcosa come 3.000 alberi. Non tutte le
energie rinnovabili sono esenti da emissione anzi l’analisi LCA trattata più avanti cerca di capire
come ridurle o annullarle ( Pietrogrande, 2005 ).
La
tabella 1.6.2 permette una facile visualizzazione del confronto in termini di
CO2 emessa e milioni di tonnellate equivalenti di petrolio tra
l’energia fossile e la rinnovabile.
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