sabato 28 marzo 2015

LE CACTACEE COMMESTIBILI

Le cactacee in genere sono piante vocate all’ornamentale data la loro morfologia esotica e curiosa. Buona parte tra esse sono commestibili sia nei fiori che nei frutti o come nopales ovvero nella parte verde.
Nello Stato di Veracruz  e Puebla sono consumate in abbondanza le seguenti cactacee:
Cabuches, Biznaga roja (Ferocactus pilosus)- fiore (Fig.52-53)e frutto.
Nopales  (Opuntia megacantha)- cladodi
Nopales silvestre (Opuntia  streptacantha)- cladodi
Garambullo (Myrtillocactus geometrizans)- fiore e frutto
Xoconoxtles (Opuntia streptecantha)- il frutto ricco in acidi consumato dopo cottura
Higo chumbre (Opuntia ficus-indica)- frutto dolce
Pitayas de mayo (Stenocereus pruinosus)- il frutto dall’alto tasso zuccherino
Pitahaya orejona (Hylocereus undatus)- il frutto dall’ alto tasso zuccherino
Equistilla (Escontria chistilla)- frutto
Tunillo (Stenocereus treleasei)- frutto

Tra di esse la più consumata su stima annuale è sicuramente il Nopal.

Con questo termine si definiscono i giovani cladodi di diverse specie di cactacee (Fig.49-50-51).
Una tra esse è la specie Opundia indica i cui cladodi si mangiano tagliati in due e arrostiti dopo una breve sbollentata, in un’infinità di varianti che in Italia sono sconosciute nonostante l’Opuntia cresca spontanea anche nel nostro paese.
I frutti dell’Opuntia indica in Messico  sono consumati freschi o trasformati in gelatine, - miele e queso di tuna - derivate dalla gelatinizzazione e caramelizzazione del succo del frutto sottoposto a lunga bollitura e successivo raffreddamento. Dai frutti si preparano anche apprezzate bibite leggermente alcoliche dopo fermentazione e saporiti aceti aromatici.
Ecco invece una immagine del suggestivo frutto della pitaya

Specie utili  riscontrate nell’area di Zapotitlan.
A Zapotitlan Salinas sono consumate i cladodi delle seguenti specie:
Nopalea cochenillifera; Opuntia pilifera. Il fiore del Neobuxbaumia tetetzo è particolarmente apprezzato così come quello del Ferocactus pilosus.

Opuntia pilifera (Cactaceae).
“Nopal de crines”, “cocoche loco”, “tapa culito”, “nopal de monte”
Pianta arborescente; fusto ascendenti, verde chiaro; fiori rosa a rosso- porpora, con peli abbondanti, grigio chiaro; frutti globosi, rossi, polpa rossa.
pencas (cladodi) teneri e i frutti sono commestibili e si usano per il controllo (ell’erosione del suolo; è una delle forraggere più importanti,e come combustibile.
Nopalea cochenillifera
"Nopal", "nopal de huerto".
Piante arbustive o arborescenti 2-4 m alte; fusto (cladodi) a ramificazione aperta; cladodi verde chiaro con spine 1 cm lunghe nei vecchi o non presenti affatto; fiore rosso scarlatto  a volte la base è biancastra; frutti rossi, polpa rossa.
Si coltiva in orti per usarsi come verdura (nopalitos). I nopal hanno in genere un alto contenuto di magnesio e microelmenti , poche calorie  alto contenuto in acqua e fibre ipoglicemizzanti.

Tab. 10- Analisi cladodi su 100 gr.di prodotto fresco
Umidità
30,10 g.
Cenere
1,20 g.
Estratto etereo
0,32 g.
Proteine
2 g.
Fibra cruda
0,79 g.
Estratti azotati
5,59.
Calcio
81 mg /100 g.
Fosforo
20 mg.
Ferro
2,34 mg.
Carotene
2,25 mg.
Tiamina
0,02 mg.
Riboflavina
0,08 mg.
Niacina
0,24 mg.
Acido ascorbico
12,30 mg.
(BRAVO H. et al 1999).

Il Tetetzo - Neobuxbaumia tetetzo.
Nomi comuni
“tetecho, tetetzo, cardón”
Pianta arborescente, colonnare quando giovane, dopo ramifica;
alta 6-8 metri; rami verde-grigio; fiore verde-chiaro a avana chiaro; frutti da verdi a rosso. I frutti e i fiori teneri si consumano localmente  a Zapotitlan.
Il genere Neobuxbaumia presenta fusto colonnare, a volte ramoso. Le areole da fiore si trovano in cima alle piante o lungo il fusto. Si trova in terreni ghiaiosi o sabbiosi o comunque dall’ottimo drenaggio in condizioni fortemente soleggiate o mediamente soleggiate e con una  temperatura minima di 6-8°C. Il genere comprende specie xilofile e succulente dalla crescita lente.
Principali specie di NeobuxbaumiaNeobuxbaumia euphorbioides; N. polylophus.          
                                                     
Neobuxbaumia macrocephala (Cactaceae)
Pianta arborescente, colonnare alta fino  8-10 m, ramifica a varie alture; rami scarsi; fiori rossi; frutti color porpora. I semi si usano per elaborare una pasta commestible (Valdès Et Al, 2004).


Altre generi e specie interessanti nell’area.

I Myrtillocactus a Zapotitlan
Cactus cereiformi alti fino a quattro metri, spesso molto ramificati come in particolare lo sono a Zapotitlan. Questa abnorme ramificazione (anche centinaia di rami dopo un breve tratto di tronco libero) della forma locale evidenzia le conclusioni secondo le quali l'entità delle ramificazioni dei cactus colonnari e direttamente proporzionale all'aumento della temperatura media del sito di crescita.


Il taxon citato precedentemente è comune in quest'area, sia pure in maniera nettamente inferiore rispetto alle piante di  Neobuxbaumia e Cepbalocereus ed appartiene ad un genere caratterizzato da areole fiorifere molto grandi, capaci di emettere da quattro a nove fiori bianchi di piccole dimensioni (fino a tre centimetri). I suoi frutti, bacche bluastre simili a mirtilli, commestibili, sono commerciati nei mercati locali. Caratteristica di Myrtillocactus è anche l'elevata pruinosità bluastra dovuta a cere, abbondante sulle epidermidi delle nuove vegetazioni. Ferocactus è un genere molto affine ad Echinocactus e con distribuzione geografica similare. Se ne distingue principalmente per la morfologia dei frutti che in ferocactus sono privi di peluria e squamosi (Mosti, et al., 2001).

Cacayas - Agave sp. L.
A Zapotitlan abbiamo riscontrato le seguenti specie di agavacee dall’infiorescenza commestibile conosciute tutte sotto la denominazione in vernacolo di cacayas o quiotes..
Agave kerchovei (Cactaceae) - “Maguey de ixtli”, “cacalla”.
Arbustiva a rosetta fino 1 m de altezza e di diametro; foglie verdi con una frangia  blanca nel margine, lisce al tatto, margine armato con spine bianche  molto curvate; fiori gialli raggruppati in infiorescenze alte fino  3 m; frutti sono capsule da verdi a nere; semi neri.
Dalla foglia si produce la fibra chiamata Iztle, con la quale si fanno lacci e sacchi. Las cacayas è il nome che viene dato alla sua infiorescenza commestibile dal vago sentore di pollo una volta cucinato.
Agave potatorum (Agavaceae)
Arbustiva a rosetta fino 80 cm de altezza e di diametro; foglie verdi, lisce al tatto; flori gialli agruppate in infiorescenze alte fino a 3 m; frutti  capsule da verdi a nere; seme nero.
Si usa per legna, siepi, e per preparare il mezcal.
Le infiorescenze giovani  dette “quiotes” si mangiano arrostite.

Agave stricta (Agavaceae)
“Espadín”, “pelo de angel”, “cabellito de angel”, “cabeza de indio”
erbacea fino a 50 cm, forma raggruppamenti; foglie angolate fino a 1 cm di larghezza, apice armato con una spina molto penetrante; scapo fiorale alto fino 2.5 m; frutti da marroni - nerastri. Si usa come ornamentale, per costruire siepi delimitative vive, per produrre fibre, e per controllare i suoli. I suoi fiori giovani sono commestibili e sono anche questi detti Cacayas.

Usi del Tagetes a Cordoba.
 
La tradizione locale legata al culto dei morti.
Il tagete fiorisce tra ottobre e novembre proprio durante la festività cattolica del giorno dedicato al ricordo dei morti che scade il 2 novembre.
Questa antica festività cattolica si è fusa a Veracruz con antichi culti degli antenati di origine Totonaca e Nahua.
E’ usato per la decorazione degli altari familiari dedicati ai parenti defunti durante questa importante data del calendario religioso, che è molto sentita a Cordoba e in cui convergono spiritismo indigeno legato al culto degli antenati e rito cattolico europeo. Sono state raccolte foto e interviste durante la ricerca agli inizi di Novembre 2009 tra Cordoba, Fortin de las flores e Xalapa. Da notare la grande profusione nella decorazione degli altari domestici del tagete e della camaedora sia elegans che tepejilote. I fiori di tagete sono adoperati dopo  la raccolta  dalle piante spontanee che sono importanti infestanti nei campi coltivati della regione.


 G.N.

domenica 22 marzo 2015

FIORI EDULI E ALTRE SPECIE INTERESSANTI RILEVATE A CORDOBA


Durante le ricerche abbiamo riscontrato in questa località le seguenti specie di rilievo: il frijol - Phaseouls coccineus; l’izote – Yucca filifera, Y.elephantipes, Y.periculosa;
il flor de muerto – Tagetes erecta.

Il Frijol - Phaseolus coccineus                  


Famiglia Leguminosae detto “Frijol” a  Cordoba è consumato sia come legume che come infiorescenza. E’ una pianta arrampicante delicata dal culmo verde-marrone chiaro; i fiori sono di colore  rosa pallido. Ha un alto valore agronomico (Valdès Et Al, 2004) è ed è immancabile negli  orti familiari nell’area di Cordoba e Zongolica ove è mangiato stufato con salse di pomodoro.   
Tab.10-Classificazione botanica (USDA, 2010).
Famiglia
Magnoliopsida:Rosidae:Fabales:Leguminosae
Sinonimi
Phaseolus multiflorus Lam., Phaseolus multiflorus Willd.
Nomi comuni
chamborote, chilipuca, cubaces, cub, frijol chamborote, haricot d'Espagne, runner bean, bean - runner, scarlet runner bean



L’Izote - Yucca elephantipes


Famiglia
Liliopsida:Liliidae:Asparagales:Agavaceae
Nomi comuni
Yucca, Izote.

Pianta arborescente alta fino 5-6 m; foglie  raggruppate all’apice dei rami; fiori bianchi in racimi composti; frutti di colore marrone. Le foglie si usano per costruite i tetti delle case; le infiorescenze giovani sono commestibili; dalle foglie si ottiene una fibra usata per la costruzione di tetti.
Le infiorescenze giovani sono eduli e molto consumate a Cordoba e Orizaba con un prezzo di vendita ai mercati rionali che si aggira sui 35 pesos a kg.
La fioritura si verifica a settembre e continua per tutto ottobre,  ed è un evento atteso con ansia da molte famiglie indigene che possono così raccogliere i fiori e venderli al tianguis di Orizaba. Nel corso delle interviste è risultato essere uno dei fiori in assoluto più apprezzati da parte degli studenti. E’ fonte di proteine e carboidrati a buon mercato. E’anche il fiore edule stagionale più venduto al mercato di Cordoba e di Orizaba insieme al tepejilote. In altre regioni del Messico è costume mangiare le infiorescenze della yucca filifera e della yucca pericolosa. In realtà spesso le tre specie elencate di Yucca cadono entrambe sotto la denominazione di Izote.
Nell’area cordobesa la Yucca elephantipes è la più abbondante. A Zapotitlan invece lo è la periculosa.

TAGETE

Regno
Plantae
Divisione
Magnoliophyta
Classe
Magnoliopsida
Ordine
Asterales
Famiglia
Asteraceae
Genere
Tagetes
Specie
T. erecta.
(Fonte: www.plants.usda.gov)
Nomenclatura binomiale
Tagetes erecta L., 1753;
Sinonimi
Tagetes mayor  Gaertn. (Cano M., 2000).
Nomi volgari messicani
Flor de Muerto (termine spagnolo), invece kalpuxun, sempsalxschitl, cempoalxòchitl, xampasuchitl in lingua Nahua. Col nome popolare di Cempoalxòchitl d’origine Nahua e il corrispettivo spagnolo  “flor de muerto” è identificata la specie Tagetes
erecta. Il nome cempoalxòchitl proviene da due vocaboli nahuas: cempoalli que significa “venti” e xòchitl che significa fiore, ovvero pianta dai molti fiori.


Nomi in altri paesi
Perù: Chicho, chinchu, chikchimpa, chinchucsa, huacatay, sinsu, yacuchincho (T. elliptica); aya sisa, rosario, rosa sisa (T. erecta); ancillo, tuna anís (T. filifolia); anís-anís, quita anís (T. foeniculacea); mula huacatai (T. graevolens); chijchipa, chilche (T. mandonii); huacatai(y) (T. minuta); chikchinpay, chincho, chinchucsa, chigohipa, shaliak, shaliak-chichu, waca-waca  (T. multiflora); flor de muerto (T. patula); anicillo, pampa anis, tuna anis, supiquehua (T. pusilla); Kita huacatai (T. sp.).
Spagna: Chinchilla (T. minuta). Catalano: camamilla americana,
Francia: Tagète; Rose d'Inde.
Inghilterra: Tagetes, African Marigold, Aztec Marigold, Big Marigold (T. erecta); Mexican Marigold, Sweet-Scented Marigold (T. lucida); Mexican Marigold, Stinking-Roger (T. minuta); Big Marigold, French Marigold, Dwarf Marigold, Dwarf French Marigold (Tagetes patula); Single-Bush
Nomi volgari in italiano del Tagetes erecta L.:
Antico: Garofano indiano maggiore. Sicilia: Garòfalu di mortu, Garòfaru di mortu. Toscana: Puzzole grandi.
Nomi dialettali italiani di Tagetes patula L.:
Antico: Garofano indiano minore Sicilia: Galòfaru di mortu, Garofaleddu di mortu, Garofaleddu indianu, Jarofilinu turcu. Toscana: Puzzole piccole.
Etimologia
Il Tagete, spesso indicato con i nomi impropri di “Garofano cinese” o “Garofano indiano”, dovrebbe in realtà chiamarsi “Garofano messicano” in quanto originario del continente americano ed in particolare del Messico. Il termine Tagete deriva dal latino Tages o Tagus, che è il nome di una divinità etrusca minore.
L'odore del Tagete, se forse può dispiacere quando il fiore è racchiuso tra le mura di casa, all'aperto è quasi inebriante. Spiacevolissimo è invece il suo odore quando macera nell'acqua o si decompone.


Descrizione botanica
Il genere appartiene alla famiglia delle Composite o Asteracee e comprende circa 50 specie di piante erbacee, annuali e perenni, di cui si coltivano, nelle bordure e nelle aiuole, alcune specie e ibridi orticoli, dotate di capolini semplici, simili a quelli delle margherite, o doppi, simili ai fiori del garofano. Sono piante eccellenti per produrre fiori da taglio, che durano a lungo immersi nell'acqua. Le foglie, se vengono spezzate, emanano un odore pungente.  Il genere Tagetes è rappresentato nei giardini europei principalmente da tre specie, particolarmente popolari e tutte originarie del Messico: T. erecta, T. patula e T. signata, note comunemente coi nomi di “garofani delle Indie” o di “puzzole”. Queste sono coltivate  come annuali e ben note nei giardini, sia per la loro rusticità, sia per la vigoria, sia per l'abbondanza e la lunghissima durata della fioritura.  L'aspetto piuttosto grossolano, l'odore non sempre piacevole e l'impossibilità di far uso dei loro fiori recisi per l'interno delle abitazioni, sono inconvenienti che, tuttavia, vengono largamente compensati dagli innegabili pregi che esse presentano, non ultimo quello di non essere mai attaccate da insetti, né divorate da altri animali. Infatti, indipendentemente dalla specie, il forte odore del Tagete allontana gli insetti e gli animali fillofagi.
Distribuzione e habitat
Il genere, che comprende una cinquantina di specie, per lo più annuali, appartiene alle regioni più calde del continente americano ed è diffuso in una vasta area compresa tra il Messico del Nord, l'Arizona e l'Argentina. Considerate native del Messico (T. erecta e T. patula) e del Sud America (T. minuta) sono coltivate o si trovano spontanee in tutto il mondo, compresa Etiopia, Kenia, Nigeria, Australia (T. minuta), Europa, India e Cina (T. erecta e T. patula). Si coltivano come piante rustiche e ornamentali. Spesso la pianta si rinviene spontaneizzata nelle discariche, fra le macerie, lungo le strade, ecc.


Tagetes erecta L.
Cempoalxòchitl

Erbacea annuale alta da 30 cm ad 1 metro, fortemente odorosa, a portamento eretto, vigorosa, rustica, ramificata, formante cespuglio, più alta di T. patula, adatta per le bordure, per le aiuole e per produrre fiori da taglio. Ha fusti vigorosi, diritti, semplici alla base, ramificati e cespugliosi all'apice. Le foglie sono alterne od opposte, imparipennate, oblungo-lanceolate, irregolarmente e radamente dentate, numerose, grandi, elegantemente intagliate, sono profondamente divise in segmenti lanceolati e dentellate, alterne od opposte, lucide e di un bel verde scuro, un po' grassette e molto fragili, lunghe 6-10 cm. e larghe 4-5 cm. che emanano un odore pungente. Il Tagetes erecta ha i capolini più grandi fra le tre specie (diametro da 5 a 10 cm. e talvolta 12-15 cm.); simili a quelli delle margherite, solitari e terminali, voluminosi, sempre doppi, a forma di pompon arricciati, quasi globosi, hanno un diametro di 3-5 cm o poco più, con fiori del raggio grandi, formati  da numerosi fiori a linguetta a lembo ovato-triangola, vellutati, di color giallo chiaro, giallo-limone, o citrino, o dorato e fino all'aranciato, a seconda della cultivar considerata.

 L'involucro del fiore è campanulato e ventuto, percorso nel senso della lunghezza da solchi. Sbocciano da luglio all'autunno in europa. I colori sono, come nel Tagetes patula, i gialli, il giallo bruno, l'arancione, secondo le varietà.

SPECIE AFFINI
Tagetes lucida, Cav.
originaria del Messico è una pianta erbacea perenne, semiru-stica, alta 30-50 cm., che si coltiva generalmente come annuale. I suoi fusti sono diritti, riuniti a cespuglio raccolto e si ramificano alla sommità. Le foglie sono lisce, lanceolate, a margini dentati, di colore verde scuro, alterne od opposte, lanceolate, intere e regolarmente dentellate; a toccarle esalano un profumo, e in questo caso sembra che siano tutti d'accordo, molto gradevole. I capolini, profumati, dorati o giallo-arancio sono larghi 1-1,5 cm. e riuniti in corimbi, compaiono in agosto. Ha i fiori molto piccoli, color giallo oro e arancio oro, generalmente a tre petali, a volte anche a due, in corimbi terminali. È una pianta rusticissima, che fiorisce per un lungo periodo di tempo, anche fino a Novembre inoltrato, qualora il clima lo consenta.
Tagetes minuta, L. (Sin. Tagetes glandulifera Schrank) considerata originaria dell'America centrale, è ora diffusissima in tutta l'America settentrionale ed in quella meridionale sino all'Argentina. La si ritrova anche nell'Africa meridionale, orientale ed occidentale, in Australia e in Europa. E' una specie importante da cui si ricava l'olio essenziale di Tagete.
Tagetes patula L.
Nativa del Messico, è una pianta annuale semirustica, folta, compatta, di altezza e diametro di circa 30-40 cm. Questa specie è ghiandolosa, ed esala, se la si maneggia, un odore forte e sgradevole. I fusti sono provvisti di un gran numero di rami divergenti fin dalla base e formano densi cespuglietti. Le diramazioni sono spesso percorse da venature violette o rosso bruno. Le foglie sono alterne od opposte, lisce, intagliate, profondamente divise al centro, a segmenti lanceolati lineari, di colore verde scuro, lunghe 6-8 cm e larga 2,5-4 cm. I capolini sono semplici, colore cremisi-marrone o gialli, hanno un diametro medio di 4-6 cm. l'involucro del capolino è un po' allungato, campanuliforme, rigonfio ed angoloso.  I fiori a linguetta, sono solitari, poco numerosi nelle forme semplici e numerosissimi in quelle ad infiorescenze doppie o semidoppie, disposti all'apice di peduncoli rigonfi e cavi, lunghi 6-8 cm., vellutati sulla faccia superiore, di color giallo pallido o aranciato, unicolori o striati, che si succedono senza interruzione da luglio ad ottobre, con una macchia, all'inserzione di color bruno-rosso. In alcune varietà questa macchia si fa bruno-


porporina, sovente molto scura, e può talvolta occupare gran parte della linguetta floreale. I petali esterni sono arricciati e si sviluppano in linguette estese, quelli del disco o centro in tubetti. Sbocciano da luglio all'inizio dell'autunno.

Tagetes tenuiflolia,Bartl.
Originaria del Messico è una bella specie annuale semirustica a fogliame frastagliato, elegantissima, che forma  cespuglietti alti cm. 50-60 cm., molto ramificati fin dalla base, a ramoscelli sottili delicatissimi. Le foglie sono alterne od opposte, finemente divise ed elegantemente intagliate in segmenti filiformi, dentellati; di colore verde chiaro che emanano un aroma dolciastro. Fiori piccoli a “margherita”, color giallo oro o giallo arancio, con macchie porporine. I piccoli capolini, gialli, del diametro massimo di 2-3 cm.,  sono semplici e molto numerosi, portano 4 o 5 linguette ovali petaloidi, lunghe circa cm. 1,50 e larghe cm. 0,70-0,80, solitamente chiazzate alla base con una macchia porpora o aranciata. Il disco è giallo e più sporgente. Esiste una varietà pumila, a portamento nano e compatto - forse la più diffusa nei nostri giardini - che è una delle più preziose piante per formare bordi attorno alle aiuole, avendo una fioritura abbondante che dura tutta l'estate: dal mese di luglio sino talora al gelo. Oggi si coltivano soltanto gli ibridi della varietà nana Tagetes signata pumila, molto più piccola e compatta.

Coltivazione e riproduzione
Piante rustiche e molto fiorifere, crescono spontanee ed abbondanti e sono utili per la decorazione delle aiuole di grande effetto perchè prolungano la loro fioritura da luglio a ottobre. Sono coltivate a scopo ornamentale nei giardini, nelle bordure di aiuole, ecc. per semina primaverile. La coltivazione del Tagete è delle più facili: cresce bene in terra normale e qualsiasi terreno; va nutrito, ma con moderazione, se non si vuole che si sviluppino troppe foglie a danno della fioritura. Soprattutto è importante dargli una buona esposizione: è una pianta proveniente da zone secche e assolate, e senza sole non prospera. Quanto alle annaffiature, non è necessario abbondare: il Tagete è abituato a vivere con poca acqua. Anzi, le precipitazioni troppo frequenti e abbondanti nuociono, specialmente alle varietà nane che, in questo caso, tendono a marcire.


Il Tagete si semina in primavera, dalla fine di Febbraio fino a tutto Aprile, a seconda del clima, in aiuole o meglio su letto caldo e le piantine vanno trapiantate non appena possibile a dimora. Quando sbocciano i fiori si trapiantano a dimora a conveniente distanza tra di loro, in modo che si possano sviluppare convenientemente. Il seme si schiude dopo una-due settimane. Alcuni consigliano di allevare le piante in vaso e poi trapiantarle, perché sembra che questo accorgimento serva a frenare l'espandersi delle radici e offra, quindi, il vantaggio di una fioritura più precoce e più ricca durante i primi mesi estivi. Un altro notevole vantaggio del Tagete è che si presta molto bene a essere trapiantato col suo pane di terra, già quasi fiorito, senza risentirne. In condizioni di climi favorevoli il Tagete si risemina spontaneamente con discreta facilità.
Il Tagetes lucida, oltre che all'epoca già detta, si può seminare in autunno, in piantinaio; si ripichettano quindi le piante e si mettono a ibernare in cassone o serra fredda, al riparo dalle brinate e dalle gelate, per metterle a dimora la primavera successiva. Del Tagetes lucida si possono fare anche talee primaverili, tolte a piante che siano state conservate in cassone o serra fredda; in climi molto miti le piante madri potranno anche essere lasciate all'aperto, coprendole con foglie o torba; bisogna tenere sempre presente, però, la facilità che hanno i Tageti a marcire. Le talee possono essere praticate altrettanto bene d'estate o d'autunno, in serra. Il Tagete nelle sue varietà alte si presta magnificamente come fiore da taglio, e come tale sembra tornare in voga, specialmente nelle composizioni. In casa si conserva bene anche per due settimane.
Queste piante si coltivano in tutti i terreni ben drenati, asciutti, non troppo fertili in pieno sole.
I fiori di Tagetes erecta sono molto popolari come fiori da giardino, per ornamento e per cerimonie religiose. Gli ibridi F1 di Tagetes erecta fioriscono precocemente e per un periodo di tempo più lungo, se, dopo la semina, alle piantine si danno otto ore di luce al giorno, per trenta giorni. Si semina sotto vetro in marzo-aprile, coprendo i semi, alla temperatura di 18°C; la germinazione avviene rapidamente. Quando le piantine sono abbastanza grandi si ripicchettano in vassoi e si fanno irrobustire in cassone freddo. Si mettono poi a dimora alla fine di maggio, ben esposte al sole in terreno prosciugato e povero, di qualsiasi tipo, comunque non troppo fertile.


Avversità
Il Tagete pur essendo attaccato difficilmente dagli insetti, può essere infestato dalla Phytophthora cryptogena, parassita responsabile del marciume radicale che provoca l'appassimento e il marciume del gambo, il marciume del colletto delle giovani piante e zone di color bruno scuro dei gambi e delle radici che causano avvizzimento delle piante. Altro possibile nemico del Tagete è la Sclerotinia sclerotiorum la quale provoca fenomeni di marciume bianco alla base dei gambi  e successivamente feltratura lanuginosa con sclerosi nera.
La Botrytis cinerea provoca invece macchie brune le quali possono invadere la totalità della foglia che si ricopre col tempo umido di una muffa grigiastra che in breve tempo portano la pianta a marcire completamente. Altro inconveniente è dato dal Fusarium oxysporum che determina appassimento della parte aerea della pianta alla base dei gambi provocando alterazioni delle zone vascolari visibili al taglio.
Infine la Clorosi, consistente in un progressivo e più o meno pronunciato ingiallimento delle foglie dovuto alla Septoria tageticola la quale provoca macchie ovali o irregolari sulle foglie.(Pitera, 2000).
Gli afidi provocano la deformazione della pianta, che si sviluppa in in modo stentato.

Epoca di raccolta dei fiori
A inizio fioritura a fine estate per scopi fitoterapici mentre a Novembre viene raccolto nello stato di Veracruz per le festività come adorno o per fine alimentare legato ai petali eduli della Tagetes erecta. Conservazione: si essiccano all'ombra e si conservano in vasi di vetro scuro ben chiusi.
Composizione chimica dei fiori.
Nei petali del tagetes erecta troviamo alte concentrazioni di: carotenoidi, luteina, patulina e xantofillina.   I petali fiorali di Tagetes erecta (margherita azteca) contengono come pigmenti principali carotenoidi, particolarmente la Luteina (isomero strutturale della Xantofilla) e suoi esteri (dipalmitato, tertienile). Nei boccioli fiorali non schiusi sono anche presenti la Quercetagetrina e la Quercetagetina. I Carotenoidi presenti nel Tagete hanno spiccata funzione antiossidante  e sono protettivi per l'area maculare. Le Xantofille e Luteina sono utilizzate come fitonutrienti carotenoidi e come integratori alimentari con proprietà antiossidanti per la protezione degli occhi e per le patologie retiniche. L'olio di Tagete ottenuto dalla Tagetes minuta contiene: tagetoni, ocimene, mircene, linalolo, limonene, pineni, carvone, citrale, camfene e salicitaldeide come componenti principali, con feniletanolo, acido valerico, ocimenoni, geraniolo, cimene, sabinene, cineolo, linalil acetato, monossido di linalolo, aromadendrene e terpineolo. Gli oli volatili ottenuti da Tagetes erecta e Tagetes patula hanno composizioni simili a quella della Tagetes minuta. L’olio essenziale è usato nell’industria dei cosmetici.
Il succo dei fiori di Tagetes patula contiene iodio e pigmenti colorati come patulletina e patulitrina diglicoside che sono presenti solo nei primi fiori all'inizio della stagione di fioritura e nei boccioli. La patulina ottenuta dalla Tagetes patula, è stata in  grado di ridurre la permeabilità capillare; possiede anche attività antispasmodica e ipertensiva. I fiori contengono Eleniene, una sostanza considerata benefica per alcune funzioni della retina. I petali dei fiori di Tagetes lacera e Tagetes patula contengono infatti il principio attivo dipalmitato di Xantofilla od “Eliniene” che dopo l'abbagliamento dell'occhio, favorisce l'immediato ripristino della sensibilità della retina al normale adattamento all'oscurità che si aveva prima dell'abbagliamento (Piterà, 2000).


Usi del Tagetes a Cordoba.
 
La tradizione locale legata al culto dei morti.
Il tagete fiorisce tra ottobre e novembre proprio durante la festività cattolica del giorno dedicato al ricordo dei morti che scade il 2 novembre.
Questa antica festività cattolica si è fusa a Veracruz con antichi culti degli antenati di origine Totonaca e Nahua.
E’ usato per la decorazione degli altari familiari dedicati ai parenti defunti durante questa importante data del calendario religioso, che è molto sentita a Cordoba e in cui convergono spiritismo indigeno legato al culto degli antenati e rito cattolico europeo. Sono state raccolte foto e interviste durante la ricerca agli inizi di Novembre 2009 tra Cordoba, Fortin de las flores e Xalapa. Da notare la grande profusione nella decorazione degli altari domestici del tagete e della camaedora sia elegans che tepejilote. I fiori di tagete sono adoperati dopo  la raccolta  dalle piante spontanee che sono importanti infestanti nei campi coltivati della regione.


G.N.

mercoledì 18 marzo 2015

DAI GLUCIDI ALL'ALCOOL

Sono due gli alcoli principalmente usati nella locomozione.
L’alcol etilico o bioetanolo e il metanolo o biometanolo.
Il metanolo abbiamo visto denota degli svantaggi ambientali e in termini di sicurezza per questo il suo uso è in declino.
Il MTBE (ethyl-tetra-buthyl-ether) è invece un derivato chimico dell’etanolo.
L’alcol etilico da destinare all’autotrazione è ricavato invece tramite fermentazione a partire da biomassa ad alto tenore glucidico.

  1. Residui di coltivazioni agricole;
  2. Residui di coltivazioni forestali;
  3. Eccedenze agricole temporanee ed occasionali.
  4. Residui di lavorazione delle industrie agrarie e agro-alimentari
  5. Coltivazioni ad hoc
  6. Rifiuti urbani

Oggi tra tutti i prodotti alternativi ai combustibili fossili da autotrazione il primato spetta al bioetanolo in termini di miglior compromesso tra prezzo, disponibilità e prestazioni (Basosi, 2005).
Le materie prime per la produzione d’etanolo possono essere racchiuse nelle seguenti classi:
Le piante saccarifere più usate a scopo bioenergetico sono:
In Europa il sorgo dolce o Sorghum bicolor, il Topinambur o Helianthus tuberosus e forse la Barbabietola da zucchero lo sarà in un prossimo futuro (se si rimetteranno in moto gli zuccherifici in disuso come sostenuto dall’Università della Tuscia);
Negli Stati Uniti il Mais (Zea mais) e il Topinambur;
La Canna da zucchero è grandemente usata in Brasile e nelle zone tropicali umide.
Il Topinambur non ha un alto contenuto in saccarosio ma in inulina così come alcune specie di cicoria che sono oggetto di miglioramento genetico che detengono un alta concentrazione di questo zucchero nella radice.     
Le piante amilaceo e amilaceo-saccarifere più usate sono invece:
il frumento, la patata  e la patata dolce in Europa e Stati Uniti; Ai tropici la manioca e la patata dolce in Africa, Cina e Brasile mentre si prospetta un futuro uso della Palma da Sago su larga scala nel Sud-Est asiatico. 
Oggi sempre più spesso si sceglie di coltivare appositamente delle piante per ottenere biomassa ad alto tenore amilaceo o amilaceo zuccherino da far fermentare per ottenere etanolo. Più sarà alto il contenuto in zuccheri semplici facilmente fermentabili e più il processo di conversione ad etanolo sarà rapido e conveniente (Tab. 1).

Tab.1 Esempi della quantità di etanolo ottenibile con le tecnologie standard per ettaro di coltura (Basosi, 2005).

Coltura
Etanolo (t/ha)
Canna da zucchero
7
Mais
3
Barbabietola da zucchero
4
Patate
3


G.N.