sabato 7 marzo 2015

LE ENERGIE RINNOVABILI E L’AGRICOLTURA

Osserviamo da vicino le diverse possibilità energetiche di origine agricola. Iniziamo con la biomassa. Uno dei maggiori sink di carbonio sulla superficie terrestre è rappresentato dal regno vegetale. Questo carbonio assorbito dall’anidride carbonica atmosferica è fissato, assorbito e immobilizzato nella struttura stessa del vegetale: la sua biomassa.
La quantità di materia secca formata dalla vegetazione su una determinata area è chiamata produzione primaria di una comunità vegetale.
Il tasso di produzione detto anche tasso di crescita della coltivazione s'esprime con il Crop Growth Rate o CGR .

CGR=ULR*LAI

ULR è il tasso d'assimilazione netta per unità di superficie fogliare e LAI è indice di copertura fogliare totale per unità di superficie del suolo.
L'unità di misura è rappresentata dai grammi di sostanza secca per m2 di superficie coperta, nell'unità di tempo.
I valori sono diversi per specie e situazione: si va da piante C4 che produce 50-60 g.s.s/m²d nei tropici e 20 g, 30 g nelle zone temperate a piante C3 con valori di 20 g di s.s come massimo, ma spesso con metà o un terzo di questi valori.
Il tasso di produzione d'una pianta è in funzione del LAI per la quale c'è un LAI ottimale per una pianta erbacea con foglie orizzontali, mentre nelle graminacee a taglia più piccola il valore raggiunge 8-10 come massimo.
Per quanto concerne la produzione primaria netta delle coperture vegetali, si può dire che sul 41% della superficie il fattore limitante è la carenza idrica e per 8% è la temperatura sfavorevole (periodo di crescita corto).
La più elevata produzione di materia secca conosciuta è stata ottenuta dalle alghe in coltura (10 kg/ m² /anno).
Per le piante terrestri, la produzione annuale di biomassa può essere accresciuta di due volte sopra il valore normale, tramite irrigazione o fertilizzazione opportunamente aggiustate agli stadi di crescita.
La produzione agricola è sotto il suo potenziale  perché l'uso della terra è estensivo anziché intensivo, ma anche per l'incompleta utilizzazione dei periodi di produzione  e per uso di semi di bassa qualità.
La grande potenzialità di alcune specie vegetali a produrre elevati quantitativi di biomassa ha aperto la prospettiva del loro impiego come fonti energetiche rinnovabili. Secondo ciò che si produce non tutta la biomassa, può essere usata, ”harvest index” va dai 30% nel caso dei semi, 85%nel caso della biomassa verde, al 70% per legno.
In ogni modo è da tenere presente che con la moderna agricoltura è possibile ottenere produzioni di biomassa più elevate per unità di superficie ma con più dispendio di mezzi, perciò l'efficienza degli investimenti produttivi è sempre minore.
La produzione primaria lorda in una comunità vegetale si stima sommando la produzione primaria netta e la perdita dovuta alla respirazione.
il costo respiratorio è di circa il 20-50% del carbonio assorbito per le comunità di consistenza erbacea, mentre per le piante legnose che hanno una larga massa legnosa improduttiva,  s'arriva al 40-60% nelle zone temperate e al 70% nelle zone tropicali.
L'efficienza fotosintetica lorda varia invece tra il 24 % delle C4 e il 14 % delle C3.
Negli ambienti naturali questi picchi s'abbassano al 10 % o meno.
Infatti, i picchi d'efficienza fotosintetica li troviamo nella Zea Mais col 3 % e nel Panicum maximum col 6%  e nelle leguminose col 2%, e 2 %per cereali e 4%per piante da radici.
Di ciò dobbiamo tenere conto nella scelta della coltura energetica, anche in presenza di lauta efficienza fotosintetica e d'accumulo di metabolici, le condizioni ambientali la faranno sempre da padrone e determineranno l'esito della coltura (Alpi, 2005).
Prima d’accenare alla colture occorre fare un  confronto con la produzione di biomassa e produzione netta primaria dei principali ecosistemi della biosfera (Tab.4.1.1 e Tab.4.1.2) che producono in assenza di flussi energetici ausiliari.
Da quest’analisi emerge come il primato spetti alla foresta pluviale che raggiunge produzioni che l’uomo non potrà mai eguagliare nonostante l’utilizzo di f.energetici ausiliari. A tal fine è utile tra l’altro rilevare che a differenza della stabilità intrinseca agli ecosistemi naturali, in agricoltura secondo la Fao dal 1950 ad oggi gli input energetici siano sensibilmente aumentati mentre la resa energetica è continuata a calare.
I dati indicano infatti che mentre nei paesi emergenti un’unità d’energia commerciale immessa (fertilizzanti, combustibili, pesticidi, irrigazioni) consente una produzione (output) di 12 unità energetiche equivalenti. Negli Usa il rapporto input–output era ½ già nel 1986.
Nonostante un aumento complessivo degli input agricoli la resa produttiva è calata in maniera progressiva dimimuendo per il mais (coltura da bio-energia) già dell’11% nel lontano 1982 per Pimental (Bonsembiante, 1983).

Tab.1.Produzione netta primaria e relative caratteristiche della biosfera

(Cortesemente fornita dal prof. Lenzi Grillini Università agraria Firenze, dati del 1966).

Produzione netta primaria
(materia secca).
Biomassa
(materia secca).
Clorofilla.
Area copertura fogliare.
Tipi ecosistema.
Area.
10
alla 6
Interval. normale
(g/m²/a)
Pioggie
(g/m²/a).
Totale
(10*9 t/a)
Interval. normale
(kg/m²)
Valori
kg/m².
Total.
=10*9 t.
Valore
(g/m²)
Total
10*9t.
Valore m²/m²
Total 10*6 t.
Foresta pluviale tropicale
17
1.000-3.500
2.200
37,4
6-80
45
765
3
51
8
136
Foresta stagionale tropicale
7,5
100-2.500
1.600
12
6-60
35
260
2,5
18
5
38
Foresta temperata
sempre-verde.
5
600-2.500
1.300
6,5
6-200
35
175
3,5
17,5
12
60
Foresta temperata
decidua
7
600-2.500
1.200
8,4
6-60
30
210
2
14
5
35
Savana
15
200-2.000
900
13,5
0,2-1.5
4
60
1,5
22,5
4
60
Praterie temperate
9
200-1.500
600
5,4
0,2-5
1,6
14
1,3
11,7
3,6
32
Terre coltivate
14
100-4.000
650
9,1
0,4-12
1
14
1,5
21
4
56
Totale terre contine-
ntali
149
782
117,5
12,2
1.837
1,5
226
4,3
644
Estuari
1,4
200-4.000
1.500
2,1
0,01-4
1
1,4
1
1,4
Letti di alghe, reefs
0,6
500-4.000
2.500
1,6
0,04-4
2
1,2
2
1,2
Totale marino
361
155
55,0
0,01
3,9
0,05
18,0
Totale completo
510
336
172,5
3,6
1.841
0,48
243

La tabella 2, redatta sempre nel 1966, confronta le varie tipologie d’ecosistema in termini di produzione netta primaria copertura e energia.


Tab.2.Produzione e energia degli ecosistemi naturali (Grillini, 1996).


Tipologia ecosistema
Copertura vegetale
(g/ m²)
Energia netta primaria
(g/m²)
%
sulla superficie terrestre totale.
%
sulla
prod.
primaria totale.
Ecosistemi naturali
Foresta
Tropicale
Umida
42.000
2.300
6,7
17,5
Stagionale
25.000
1.600
3,0
5,4
Mangrovia
30.000
1.000
0,2
0,2
Temperata
Decidua
28.000
1.300
2
2,9
Conifere
30.000
1.500
2
3,4
Prateria.
Tropicale
Savana arbustiva
9.000
1.500
11
19,2
Savana erbacea
2.200
2.300
4
10,4
Temperata
Prat.Boscosa
18.000
1.500
1,3
2,3
Temperata
Prato umido
2.100
1.200
3,3
4,5
Prato secco
1.300
500
5
2,8
Palude
15.000
4.000
1
4,5
Foresta gestita
20.000
1.750
1
2
Agricolturali
Tropicale
Annuali
60
700
6
4,7
Perenni
6.000
1.600
0,3
0,3
Temperati
Annuali
100
1.200
4
5,4
Perenni
5.000
1.500
0,3
0,6
Aree desertificate
500
100
8
0,9
Aree umane
4.000
500
1,3
0,3

1 grammo di carbonio = 45 g s.s
1kcal = 10g
1kg/ m² = 10 t/ha
1g/ m² = 0,1t/ha. Le terre coltivate sono un 10-11% della superficie nel 1966

La tabelle sono schematizzate affinché la prima dicitura rappresenti l'ecosistema più vicino al livello di climax. L’ecosistema più giovane è la savana che infatti ha la produttività primaria netta maggiore.

G.N.



Nessun commento:

Posta un commento