Come dicevamo, uno
dei maggiori sink di carbonio sulla superficie terrestre è rappresentato dal
regno vegetale.
Questo carbonio
prelevato dall’anidride carbonica atmosferica è fissato, assorbito e
immobilizzato nella struttura stessa del vegetale: la sua biomassa.
Può essere
concentrato in alte dosi, come olio nei suoi semi, per poi essere utilizzato
dall’embrione come fonte d’energia per
la germinazione e un primo accrescimento: in questo caso se estratto
s’avrà a disposizione un sink temporaneo di carbonio ad alta densità energetica
trasportabile comparabile al diesel ottenuto dal petrolio.
Oli vegetali vanno usati puri o attraverso una
trasformazione chimica, per diminuirne la viscosità, detta transesterificazione
eliminando il glicerolo, la parte più viscosa, e ottenendo il biodiesel.
Da un ettaro coltivato a colza ottengo 1,12 t di biodiesel
pari a circa 1.273 litri.
Il biodiesel comporta una riduzione delle emissioni di CO2
di quasi sei volte rispetto al gasolio ovvero 520 g CO2 /l rispetto a 2.960 g. CO2/l
per il gasolio.
Avendo un’alta densità energetica l’olio è sempre stato
usato come fonte d’energia dall’uomo nell’alimentazione, e come combustibile
per riscaldare e illuminare ambienti. Nel 1920 Rudolph Diesel ne scopre l’uso
come combustibile da trazione e mette appunto un nuovo motore ad un solo
pistone alimentato con olio d’arachide.
Nasce il motore
diesel. Sono anni in cui l’industria motoristica è già ben avviata e motori
sono alimentati a benzina, Rudolph sostiene per il suo motore (il combustibile
è compresso a pressioni tali che si auto accende a differenza del motore a
benzina ove il combustibile è acceso da una scintilla prodotta dalle candele)
l’uso di olio anche per favorire l’agricoltura rurale americana.
Oggi il motore diesel è per lo più alimentato a gasolio
tratto dal petrolio che ha vinto la concorrenza rappresentata nella prima fase
dall’olio vegetale.
I motori diesel
sono il 40 per cento a livello mondiale superati da quelli a benzina e hanno
un’efficienza energetica pari al 50%, superiore del 10 % ai motori a scoppio
(Pietrogrande,
2005).
L’olio vegetale e il gasolio hanno proprietà simili come
si nota dalla tabella 1.
Tab.1. Caratteristiche olio vegetale
e diesel (Riello, 2003).
Tipologia carburante
|
|||
Caratteristiche
|
|||
Diesel
|
Olio di noce di cocco
|
Olio di girasole
|
|
Potere calorifico (Mj/kg)
|
43,96
|
35,80
|
37,10
|
Densità (kg/m³)
|
828
|
915
|
914
|
Viscosità (pas)
|
0,00361
|
0,03159
|
0,03038
|
Tensione superficiale (N/m)
|
0,03180
|
0,3480
|
0,3300
|
Il risparmio d’anidride carbonica è davvero notevole come
si nota dai dati sull’olio di girasole comparati al diesel (tab 4.2.2 e tab
4.2.3).
Tabella 2.
Confronto delle
emissioni del ciclo vita dell’olio di girasole e del gasolio per utilizzo
energetico (Riello, 2003).
Olio di girasole puro senza allocazione
|
Olio di girasole puro con allocazione
|
Gasolio
|
|
Potere calorifico (Mj/kg)
|
37,1
|
37,1
|
42,7
|
Emissioni di CO2
(g CO2/kg combustibile)
|
1.898,98
|
664,42
|
3.557,16
|
Emissioni di CO2
(g CO2/Mj)
|
51,18
|
17,91
|
81,77
|
Tabella 3.
Emissioni di CO2 nel ciclo vita del gasolio.
g CO2/kg gasolio
|
|
Raffinazione
|
350,39
|
Trasporto
|
18,26
|
Combustione
|
3.178,52
|
Totale
|
3.557,16
|
G.N.
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