Il Centro America condensa dentro di sé
una grande biodiversità antropologica e culturale, che deriva dal continuo
passaggio su questa terra di uomini di culture ed etnie diverse. Tutte queste
peculiarità biologiche ed antropologiche hanno fatto del Centroamerica un luogo
unico. Ciò che arricchisce ulteriormente questa diversità bioantropologica è la
convivenza tra specie e culture differenti che ha avuto il merito di sviluppare
espressioni importanti in termini agronomici, artistici ed astronomici. Questo ha
contribuito ad una unità culturale fondamentale: la cosiddetta mesoamerica -
America Centrale, un territorio che va dal Messico meridionale fino a Panama.
L’economia di questa regione si fonda su un’agricoltura nella quale la coltura
del mais riveste un ruolo molto importante, ed è riuscita ad approntare
politiche e strategie che sono riuscite a far fronte alle esigenze alimentari
della popolazione centroamericana.
Il Messico è con il Costa Rica il paese Centroamericano dal maggiore interesse naturalistico: è il quarto della Terra per biodiversità, dopo Indonesia, Brasile e Colombia. Il Messico detiene circa 200.000 specie differenti, è la patria di 10-12% della biodiversità globale (SEMARNAT, 2010).
E’ capofila nella biodiversità dei rettili con 707 specie conosciute, al secondo posto con 438 specie di mammiferi, quarto con 290 specie di anfibi, e sempre quarto per la propria flora, con 26.000 specie diverse (CONEVYT, 2010). Il Messico è anche considerato il secondo paese al mondo per gli ecosistemi e il quarto per specie totali (CONABIO, 2010). Le foreste e i boschi coprono un'area di 487.000 km² (oltre il 24,9% della superficie territoriale).
La grande varietà della flora messicana è strettamente legata alle differenze climatiche: cactus vari, yucca sp. L., agave sp. L, mesquite- Prosopis sp. Humb.- crescono nelle regioni semidesertiche del nord, mentre le tierras calientes offrono una lussureggiante vegetazione che in alcune zone si infittisce fino a dar luogo a Sempre in queste regioni crescono, oltre ai legnami pregiati, palme da cocco, caucciù, mandorli, fichi e olivi.
Sulle pendici montane s’incontrano boschi di querce, pini e abeti. Infine nelle cosiddette tierras hieladas, ovvero oltre i 4.000 metri di quota, vivono esemplari di vegetazione artica.
Il Messico è con il Costa Rica il paese Centroamericano dal maggiore interesse naturalistico: è il quarto della Terra per biodiversità, dopo Indonesia, Brasile e Colombia. Il Messico detiene circa 200.000 specie differenti, è la patria di 10-12% della biodiversità globale (SEMARNAT, 2010).
E’ capofila nella biodiversità dei rettili con 707 specie conosciute, al secondo posto con 438 specie di mammiferi, quarto con 290 specie di anfibi, e sempre quarto per la propria flora, con 26.000 specie diverse (CONEVYT, 2010). Il Messico è anche considerato il secondo paese al mondo per gli ecosistemi e il quarto per specie totali (CONABIO, 2010). Le foreste e i boschi coprono un'area di 487.000 km² (oltre il 24,9% della superficie territoriale).
La grande varietà della flora messicana è strettamente legata alle differenze climatiche: cactus vari, yucca sp. L., agave sp. L, mesquite- Prosopis sp. Humb.- crescono nelle regioni semidesertiche del nord, mentre le tierras calientes offrono una lussureggiante vegetazione che in alcune zone si infittisce fino a dar luogo a Sempre in queste regioni crescono, oltre ai legnami pregiati, palme da cocco, caucciù, mandorli, fichi e olivi.
Sulle pendici montane s’incontrano boschi di querce, pini e abeti. Infine nelle cosiddette tierras hieladas, ovvero oltre i 4.000 metri di quota, vivono esemplari di vegetazione artica.
Fauna
Anche la fauna è estremamente
diversificata a seconda delle differenti fasce climatiche; il lupo e il coyote
abitano le aride regioni settentrionali, mentre nei boschi delle pendici
montane trovano riparo l’ocelot, il giaguaro, i pecari, l’orso e il puma. Numerose
sono anche le specie di rettili – tra cui la tartaruga, l’iguana, il serpente a
sonagli e l’alligatore – e, lungo la costa e negli estuari dei fiumi, di pesci.
Le coste del Messico sono i luoghi
preferiti dalle tartarughe marine: la maggior parte delle specie esistenti va a
deporre le uova sotto la sabbia delle spiagge che si estendono tra la Baja
California e lo stato di Oaxaca: qui si possono vedere anche elefanti e leoni
marini. Le acque della Baja California sono famose anche per le balene che in
inverno vengono a riprodursi.
Tra le molte varietà di uccelli vi sono
anche pellicani, cormorani, aironi, fenicotteri, colibrì. Nelle zone paludose e
nelle lagune si trovano alligatori, caimani e rettili, compreso il boa
constrittore.
L’Inquinamento
L’esplosiva crescita demografica del
paese e il suo notevole fabbisogno di risorse hanno avuto conseguenze molto
pesanti sull’ambiente. L’espansione agricola e i metodi di coltivazione non
sono ben controllati. Erosione e salinizzazione del suolo, inquinamento dei
corsi d’acqua e delle falde freatiche ad opera dei prodotti chimici per
l’agricoltura sono fenomeni molto diffusi. I problemi ambientali più gravi si
riscontrano a Città di Messico, una tra le metropoli più popolose del mondo.
L’alta concentrazione d’industrie, il traffico e gli elevati consumi energetici
per uso domestico, uniti alle sfavorevoli condizioni geografiche e
meteorologiche, si traducono in un grave inquinamento dell’aria. Il tasso di
deforestazione è elevato (0,46%) e una quantità sempre maggiore d’area boschiva
lascia il posto alle colture.
La foresta tropicale umida, che una
volta copriva il 6% del territorio, è ora ridotta della metà. Tutti gli habitat
naturali sono minacciati: le foreste montane di latifoglie, le foreste di
mangrovie, le zone umide costiere, la foresta tropicale umida, la foresta
tropicale secca e le zone aride. La difficile situazione determinatasi
nell'ambiente messicano in termini di scadente qualità dell'aria, di grande
produzione di rifiuti e di scarsa disponibilità di acqua potabile è
emblematicamente rappresentata dalla capitale, Città di Messico. Nella sua area (circa 1.200 kmq) non
solo si accalca una popolazione superiore a venti (secondo altre stime vicina,
addirittura, a trenta) milioni di abitanti, ma sono funzionanti circa 30.000
stabilimenti industriali e vi si sviluppa una caotica circolazione
automobilistica. Tutto ciò provoca un inquinamento atmosferico tale che non ha
eguale in altri Paesi. Inoltre la città, che sorgeva in origine su un lago, oggi
quasi totalmente prosciugato, è cresciuta su un suolo rimasto impregnato
d'acqua e poco stabile. Per questo motivo essa tende a sprofondare sotto il
peso delle costruzioni tanto che il centro si è abbassato di circa cinque metri
in un secolo. Se si considera, poi, che la città si è sviluppata in un'area a
forte sismicità, si può comprendere anche perché i due fenomeni si siano
sommati e abbiano reso ancor più insicura la vita di milioni di cittadini. Il
terremoto verificatosi nel 1985, proprio per questi motivi, ha fatto registrare
un gran numero di vittime e ha provocato gravissimi danni. L’attività antropica e l’inquinamento determinano una
forte erosione genetica, fenomeno molto grave. In Messico negli ultimi anni è
stato perso l’80% della biodiversità.
La protezione dell’ecosistema
Circa 2.500 sono le specie protette
dalla legislazione messicana.
Il governo messicano ha istituito il
Sistema Nazionale d’informazione sulla Biodiversità, incaricato di studiare e
promuovere l'utilizzo sostanziale degli ecosistemi.
La tutela dell’ambiente in Messico
risale al tempo dei maya, quando furono riconosciute speciali riserve forestali
e lo sviluppo dell’agricoltura obbediva a un rigido sistema di criteri
ecologici. Le antiche tradizioni di gestione del territorio andarono perdute
dopo la conquista del Messico da parte degli spagnoli e il degrado proseguì sin
verso la fine del XIX secolo, quando prese avvio la moderna legislazione in
materia di protezione ambientale. In Messico 170.000 chilometri quadrati sono
considerati "Aree Naturali Protette". Nel paese sono state istituite
nuove 16 Riserve della biosfera nell’ambito del programma MAB (Man and the
Biosphere, l’uomo e la biosfera) dell’UNESCO. In totale abbiamo 34 riserve della biosfera - ecosistemi inalterati
- 64 parchi nazionali, 4 monumenti naturali, 26 aree
per proteggere la flora e la fauna, 4 zone di protezione naturale e 17 santuari
- zone con una ricca diversità delle specie. L’estensione
di molte di queste aree non è tuttavia ben definita e il grado di protezione
varia a seconda della classificazione del territorio. Soltanto lo 8,7% della
superficie del paese è dunque effettivamente protetto; deforestazione,
bracconaggio, discariche, devastazioni attuate dall’industria mineraria,
eccessivo sfruttamento dei pascoli ed erosione rappresentano una costante
minaccia. Il Messico ha ratificato la Convenzione
sul diritto del mare e ha aderito a numerosi accordi ambientali internazionali
in tema di: cambiamento climatico, desertificazione, specie in via d’estinzione,
smaltimento di rifiuti nocivi, scarico dei rifiuti in mare, tutela della vita
marina, abolizione dei test nucleari, protezione dell’ozonosfera, inquinamento
navale, conservazione delle zone umide e caccia alle balene. A livello locale
esistono poi degli accordi per la protezione del mar dei Caraibi e una
convenzione per la salvaguardia della natura e la conservazione della fauna
nell’emisfero occidentale.
G.N.