mercoledì 3 giugno 2015

PALMA DA COCCO (Cocos nucifera)

Palma da cocco (Cocos nucifera)


Famiglia Arecaceae

Vi sono 55 generi in Arecaceae e 1 specie in Cocos.
Classificazione (USDA, 2007):

Regno
Plantae – Piante
Sotto-regno
Tracheobionta – Piante vascolari
Superdivisione
Spermatophyta – Piante a seme
Divisione
Magnoliophyta – Piante a fiore
Classe
Liliopsida – Monocotiledoni
Sottoclasse
Ordine
Famiglia
Arecaceae – Famiglia delle palme
Genere
Specie
Cocos nucifera L. – Palma da cocco

Il termine "cocos" sta per la somiglianza con il viso della scimmia dell'endocarpo della noce,  "nucifera" perchè da noci. È pianta diploide (2n= 32).
Tradizionalmente si fa una distinzione tra la palme da cocco “Tall” a varietà alte eterozigotiche e  impollinazione incrociata e le palme da cocco “Dwarf” a varietà basse ad auto impollinazione e omozigotiche.
Essendo palme non hanno un vero fusto ma uno pseudofusto (Prenot, 1996).
 La produzione principale della palma da cocco è appunto una noce che produce in gran quantità coltivata estesamente per cibo, fibra detta copra e olio ma anche per ottenere bevande alcoliche e mangimi per gli animali oltre che lubrificanti e cosmetici.

Produzione d’olio.
Le noci vanno raccolte verdi agli 11 mesi a maturazione incompleta, quando hanno già raggiunto il massimo contenuto lipidico (Shivashankar, 1991). La produzione d'olio è intorno ai 2.700 litri a ha per anno contro i quasi 5.500 della palma da olio.
Durante la crisi petrolifera del 1975 vi fu un grande interesse per l'uso dell'olio di cocco in motori diesel. Vari esperimenti furono condotti nelle Filippine, e fu provata una possibile miscela d'olio vegetale puro di cocco non lavorato al 5 a 10% con il gasolio.
Livelli più alti d'olio di cocco in miscela  col gasolio davano problemi di ignizione ed ostacolavano i filtri. Gli altri problemi nell'usare alti livelli d'olio di cocco greggio nei motori includevano l'alta corrosione causata dal contenuto in acidi grassi liberi e consumo delle guarnizioni e membrane.
L'Istituto Nazionale di Scienza e Tecnologia della Filippine sperimentò nel 1978 il metilestere  derivato dall'olio di cocco e comprovò che dava buoni risultati, migliori della miscela olio greggio vegetale-diesel. Comunque il prezzo dell'olio di cocco greggio ancora è troppo alto rispetto agli altri oli vegetali (vedi olio di palma) per poter essere concorrenziale nel mercato. Sopratutto l'uso dell'olio di cocco come biodiesel subisce la concorrenza della domanda proveniente dall'industria cosmetica e alimentare.
 L'olio di cocco va miscelato con il diesel ma puro può essere usato per produrre energia meccanica o elettricità da punto fisso in motori o gruppi elettrogeni modificati.

 L'olio deve soddisfare lo standard di Weihenstephan  per l'olio vegetale puro usato come carburante, altrimenti danneggerà il motore non modificato.
 Le modifiche necessarie per adattare un motore diesel all'olio di cocco greggio sono dovute a:   
·                    la viscosità più alta dell'olio di cocco (10 volte più del diesel) genera difficoltà alla  pompa di iniezione. 
·                    la temperatura minima della camera di combustione di 500 °C per evitare polimerizzazione  del combustibile, che deteriora indirettamente l'olio lubrificante. 
·                    tende a solidificare sui 22 gradi, vuole una camera preriscaldante supplementare  al serbatoio nei climi mno caldi.  
  L'olio di cocco greggio può essere usato per generare elettricità in gruppi elettrogeni adattati come i blister di fabbricazione indiana, in comunità rurali isolate che ne abbiano in abbondanza. L'olio di cocco è usato attualmente come combustibile per trasporto e generazione d' elettricità nelle Filippine ed India e in alcune isole del pacifico.  

Etanolo dal cocco.
La palma da cocco adegutamente trattata incidendo lo spadice prima che fiorisca può fornire ben 2 litri di linfa zuccherata al giorno per palma con un contenuto in zuccheri del 15% che corrispondono a un raccolto di 24 tonnellate a ettaro di zucchero per anno.

La noce di cocco in un sistema d’intercropping.
Leguminose arboree possono essere cresciuti anche tra le file della palma in intercropping,  per ottenere legna, foraggio e arricchire il terreno d’azoto. Leguminose arboree come Gliricidia sepium e la Leucaena leucocephala (Ritchie, 1789), Casuarina equisetifolia e Acacia mangium e Acacia auriculiformis in intercropping con la palma da cocco danno 8 t di biomassa a ha in fogliame fresco per anno. Il fogliame di queste leguminose arboree  con un contenuto di azoto del 4% è un concime verde  eccellente per la palma da cocco. Sotterare 30-50 kg di potature fresche nel suolo ad una profondità di 15-20 cm reintegra le asportazioni d’azoto dell’intera piantagione. Il fogliame decomposto raddoppia in suoli degradati la capacità di ritenzione idrica ed il contenuto di sostanza organica, aumenta la porosità e aumenta il numero dei lombrichi. E' stata constatato un aumento produttivo del 12% in piantagioni così trattate rispetto a quelle non concimate.
Il cacao in terreni fertili e umidi  da grandi risultati coltivato al riparo della palma da cocco come anche ananas, banane, pepe, chiodi di garofano, manioca e granturco, tranne alcune specie come il Cajanus cajan che possono ospitare possibili malattie e insetti. In Sri Lanka, è stata accertata da studi scientifici la non competizione idrica tra palme da cocco e le altre specie in intercropping a patto che la pioggia annuale sia sui 1.900 mm e costante.
Generalmente si può fare nei primi anni poi quando la palma raggiunge la massima espansione fogliare sopravvivono solo piante ombrofile (Oheler, 2001).


G.N.

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