L’idrogeno, elemento chimico di simbolo H e numero atomico
1, appartenente al gruppo IA della
tavola periodica, è un gas molto reattivo, incolore, inodore e insapore. Fu
scoperto nel 1766 dal chimico britannico Henry Cavendish, come prodotto dell'azione
dell'acido solforico sui metalli e come elemento costituente dell'acqua;
nominato inizialmente "aria infiammabile" da Joseph Priestley, fu poi
chiamato idrogeno dal chimico francese Antoine-Laurent Lavoisier. Come molti
elementi gassosi, l'idrogeno è diatomico (la molecola contiene due atomi), ma
ad alte temperature si dissocia in atomi liberi.
Ha punto di ebollizione e di fusione più bassi di ogni
altra sostanza, fatta eccezione per l'elio: solidifica a -259,2 °C e liquefa a
-252,77 °C. Alla temperatura di 0 °C e alla pressione di 1 atmosfera, si
presenta allo stato gassoso con densità 0,089 g/l..
Il peso atomico è 1,007. L'idrogeno liquido, ottenuto per
la prima volta dal chimico britannico James Dewar nel 1898, è incolore e ha
densità relativa 0,070.
Il gas idrogeno è una miscela di due forme diverse, l'orto
idrogeno (con spin dei nuclei paralleli), che costituisce circa il 75% della
miscela, e il para idrogeno (con spin anti paralleli). Ai punti di fusione e di
ebollizione la composizione è leggermente diversa.
Esistono tre isotopi dell'idrogeno:il nucleo dell'idrogeno
ordinario è composto da un solo protone; il deuterio, presente nel normale
idrogeno per lo 0,02%, ha nucleo costituito da un protone e un neutrone, e ha
quindi massa atomica 2; il trizio, isotopo radioattivo e instabile, ha nucleo
formato da un protone e due neutroni, e ha massa atomica 3.
L'idrogeno libero è
presente solo in ridottissime quantità nell'atmosfera, ma dall'analisi degli
spettri solari e stellari, risulta l'elemento più abbondante nell'universo. È
presente in grandi quantità anche sulla Terra, in diversi composti, tra i quali
il più importante è l'acqua, della quale
rappresenta l’11% in peso. È parte essenziale di tutti gli idrocarburi e di
molte sostanze organiche. Inoltre tutti gli acidi contengono idrogeno.
Un kg di idrogeno contiene la stessa quantità di energia
di 2,1 kg di gas naturale o di 2,8 kg di benzina. L’idrogeno brucia nell’aria a
concentrazioni volumetriche comprese nel range del 4-75% (il metano brucia in
un range del 5,3-15% e il propano del 2,1-9,5%).
La più alta
temperatura di ignizione dell’idrogeno pari a 2.318°C è raggiunta alla
concentrazione volumetrica del 29 %, mentre, in un’atmosfera ricca di ossigeno,
può raggiungere temperature di ignizione fino a 3.000°C (le temperature di
iniezione più alte in aria per il metano sono 2.148°C per il metano e 2.385°C
per il propano).
La minima energia di iniezione richiesta per una miscela
stechiometrica combustibile/ ossigeno, è 0,02 Mj per l’idrogeno, 0,29 Mj per il
metano e 0,26 Mj per il propano. Le temperature per la spontanea combustione
dell’idrogeno, del metano e del propano sono 585°C, 540°C e 487°C
rispettivamente.
La regione di esplosività per l’idrogeno e per il metano è
compresa tra il 13-59% per il primo e tra il 6,3-14% per il secondo. Il range
di esplosività dell’idrogeno è chiaramente molto più ampio, laddove il metano è
già esplosivo a concentrazione molto più bassa.
Il coefficiente di
diffusione dell’idrogeno è pari a 0,61 cm²/s, mentre per il metano è 0,16
cm²/s. Pertanto l’idrogeno diffonde nell’aria più velocemente del metano o del
vapore di benzina, e ciò costituisce un vantaggio in luoghi aperti, ma uno
svantaggio in luoghi chiusi o scarsamente ventilati. L’idrogeno e il gas naturale
tendono a salire velocemente essendo più leggeri dell’aria, mentre il propano e
i vapori di benzina rimangono sul suolo essendo più pesanti.
BENEFICI
AMBIENTALI
Bruciare idrogeno con aria in condizioni appropriate
all’interno di motori a
combustione o turbine a gas determina una notevole
riduzione delle emissioni. Le emissioni di ossido d’azoto aumentano
esponenzialmente con la temperatura di combustione e dunque vengono limitate da
un appropriato controllo del processo. Poiché l’idrogeno offre una maggiore
flessibilità rispetto agli altri combustibili, lavorando a temperature più
basse, vale a dire con eccesso di aria, si riducono le emissioni di NOx.
Le emissioni di particolati e zolfo sono pressoché nulle.
L’uso di idrogeno nei sistemi di propulsione che utilizzano celle a
combustibile, elimina tutti i problemi di impatto ambientale. L’unico
coprodotto volatile che si ottiene nel processo di generazione di energia
elettrica da idrogeno e ossigeno è l’acqua demineralizzata. Qualche problema di
emissione di CO2 si ha nel processo di reforming del metanolo per la
produzione di idrogeno. Se nelle celle a combustibile si lavora in condizioni
di alta temperatura, è stato dimostrato che le emissioni sono 100 volte
inferiori a quelle registrate con le convenzionali power stations.
G.N.
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