L'Eucalipto (Eucalyptus spp.)
Famiglia Myrtaceae.
Vi sono 32 generi in Myrtaceae e 284 specie in Eucalyptus.
Classificazione (Usda, 2007):
Eucalyptus spp.
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Regno.
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Plantae – Piante
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Sottoregno.
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Tracheobionta –
Piante vascolari
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Superdivisione.
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Spermatophyta –
Piante a seme.
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Divisione.
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Magnoliophyta –
Piante a fiore.
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Classe.
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Magnoliopsida –
Dicotiledoni.
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Sottoclasse.
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Ordine.
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Famiglia.
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Genere.
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Eucalyptus L'Hér.–Eucalipto
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Eucalyptus è un genere principalmente
arboreo che domina la flora arborea Australiana. Vi sono più di 284 specie d’Eucalipto,
di solito natie d’Australia, tranne alcune specie trovate in parti adiacenti
alla Nuova Guinea e all’Indonesia ed una nel nord delle Filippine. L'Eucalipto
può essere trovato in pressoché ogni parte del continente australiano, adattato
a tutte le sue condizioni climatiche; infatti, nessun altro continente è
caratterizzato così da un solo genere di albero come l'Australia lo è dall'
eucalipto.
E' noto come albero resinifero per la sua
tendenza a trasudare linfa da eventuali
ferite. Un eucalipto può essere a maturità di grandi o piccole dimensioni quasi
arbustive a seconda della specie. Il genere ha un altissima variabilità
genetica presente al suo interno. Vi sono, infatti, 284 specie.
Un
olio essenziale presente nelle foglie dell'eucalipto (principalmente
eucaliptolo) contiene disinfettanti naturali che possono essere tossici se in
gran quantità anche per lo strato più superficiale del suolo e le altre piante.
Molti erbivori marsupiali, koala e
opossum si sono adattati e ne sono tolleranti. L’ eucalipto produce molto
nettare, cibo per molti insetti. Alcune specie d'eucalipto hanno l'abitudine di
lasciare cadere rami interi a mano che crescono se sotto stress idrici. Le
foreste d’eucalipto denotano una spessa lettiera di rami morti e foglie. Il
“Papuan-australian eucalyptus gum ghost” è stato chiamato anche “creatore di
vedove”, a causa dell'alto numero di persone che uccide sotto il peso dei suoi
densi rami. Si pensa che gli alberi facciano cadere i rami molto grandi per
conservare l'acqua durante i periodi siccitosi. Tra foglie e rami il sottobosco
in una foresta d'eucalipti è in pratica inesistente.
Nei giorni caldi la resina dell'eucalipto
vaporizza ed emerge come una nebbia sopra la chioma della foresta dando una
foschia blu caratteristica del paesaggio australiano. L'olio d’eucalipto è
infiammabile, così come la corteccia che regolarmente si sfalda in strisce
lungo il tronco che prendono facilmente fuoco. Ciò è una strategia
dell'Eucalipto per evitare competitori nel suo habitat, infatti, l'eucalipto
s'adatta molto bene ai fuochi periodici e li usa per la sua espansione e
rigenerazione.
L'eucalipto si è evoluto 35 o 50 milioni
d’anni fa, ma era un genere secondario e la foresta arborea australiana era costituita
prevalentemente da acacie e casuarine potenti azoto-fissatrici. L'arrivo
dell'uomo sul continente australiano e l'aumento dei casi d’incendi sporadici
causati dall'uomo insieme al riscaldamento terrestre e all'impoverimento di
nutrienti del suolo permise al genere eucalipto di divenire dominante nel 70%
della foresta australiana. L'eucalipto ha molti usi che ne fanno un albero
economicamente importante.
A
causa della crescita veloce il primo
prodotto principale è il legno sia come legna da ardere, monili sia come pasta
cellulosica. La crescita veloce inoltre lo rende appropriato anche come
frangivento. La resina e l’olio essenziale delle foglie sono usati invece come
antisettici e nell'industria.
L'Eucalipto assorbe un ammontare tremendo
d'acqua dal suolo attraverso il processo di traspirazione. Sono stati piantati
in zone con falda freatica superficiale per abbassarla e permettere la
coltivazione d’altre specie.Sono salino-tolleranti e acidofili. S'usano per
rimuovere acquitrini in zone malariche. L'olio d'eucalipto è prontamente
distillato in corrente di vapore dalle foglie e può essere usato per pulire,
deodorare ed in quantità molto piccole nel cibo; specialmente nei dolci, e nei
decongestionanti delle mucose, inoltre ha
proprietà repellenti per gli insetti (Jahn 1991). Il nettare d’alcuni
eucalipti dà miele monofora d’alta qualità.
Piantagione e
problemi ecologici.
Gli eucalipti dal 1700 sono stati piantati in diverse
parti del mondo e oggi sono molto diffusi in California, Brasile, Ecuador,
Etiopia, Marocco, Portogallo, Africa Meridionale, Israele, Galizia ed in Cile.
Molte specie sono divenute invasive e stanno provocando problemi notevoli per
gli ecosistemi locali.
In Spagna, sono stati piantati in piantagioni da
cellulosa, sostituendo la quercia
endemica. Ma a differenza delle essenze arboree locali i boschetti d'eucalipto
sono inospitali agli animali e piante selvatiche locali che non si sono
adattati a loro, distruggendo il loro habitat. Comunque la loro rapidissima
crescita ne fa in ogni modo una coltura da biomassa importantissima.
L'Eucalipto anche in bassa concentrazione aumenta il pericolo d'incendi del
bosco e disturba l'habitat originario.
Nel 1991 in California l'incendio detto “Oakland Hills
Firestorm” che distrusse pressoché 3.000 case ed uccise 25 persone fu
alimentato in parte dagli alberi d' eucalipto presenti nell'area vicino alle
case.
Nel 1910 l’eucalipto fu introdotto in Brasile per
soddisfare la domanda di legname e l'industria di carbone vegetale. Gli effetti
ecologici non furono studiati ed oggi l'Eucalipto diminuisce le disponibilità
idriche del terreno a causa del suo alto consumo d’acqua correlato
all'imponente crescita in biomassa e alle radici profonde che pescano
direttamente dalla falda freatica sottostante (facendola abbassare di livello nelle
grandi piantagioni).
Ciò ha trasformato suolo ricco in terreno arido, distrutto
la flora natia, mentre ha provocato uno squilibrio nella catena alimentare favorendo una crescita
enorme della popolazione d'alcuni insetti (formiche e termiti).
L’eucalipto fu introdotto in Etiopia nel 1894 o 1895 nella
regione della capitale Addis Abeba. S’introdusse quest’essenza arborea per far
fronte al disboscamento massiccio dovuto alla domanda di legna da ardere. Il
gran vantaggio dell'eucalipto è che è a crescita veloce, richiede poca
attenzione e quando è tagliato ributta di nuovo; dando raccolto ogni dieci
anni. In poco tempo l'eucalipto sostituì molte specie locali e diminuì le
risorse idriche di molti suoli.
Si creò una forte opposizione popolare che impose
l'abbattimento delle nuove essenze e la loro sostituzione con alberi di gelso,
ma nonostante ciò non si riusci mai a
sradicare del tutto l'eucalipto che rimane oggi un'importante caratteristica
paesaggistica dell'area intorno Addis Abeba (Brooker, 2001).
Le specie d’eucalipto più usate per la produzione di
biomassa sono ai tropici la Eucalyptus
grandis e la Eucaliptus tereticornis,mentre
la E.globulus e la E. camaldulensis per le zone temperate.
E.grandis domina allo stato selvatico
tra le specie d'eucalipto in Brasile, l'E.ereticornis
in India, l'E.globulus in Spagna e
Portogallo, il camaldulensis è
diffuso in Marocco. La Eucalyptus
citriodora è sempre più in espansione in Cina.
In Brasile vi sono 2.500.000 ha ad E.grandis, 470 ha in Sud
Africa a E.globulus. La resa
produttiva è di 50 t/ha all'anno in Brasile per la Eucalyptus grandis. Il valore energetico del legno è di 19 Mj/kg.
Il legno ha il 30% d’umidità.
In Europa l’E.
camaldulensis e l’E. globolus
sono piantate e amministrate secondo la short rotation forestry in sesti a
20.000 piante per ha dando rese di 20 t/ha/a con costanza assoluta mentre nello
stesso ambiente una short rotation forest di pino ad esempio produce 2 t/ha/a.
E’ stato stimato che una piantagione d'eucalipto converta in legno la CO2
assorbita meglio che una foresta pluviale tropicale a parità di superficie
(Turner, 1987).
La pasta di legno
una volta processata libera grandi quantità di resina dall’alto potere
calorifico che è usata sempre più per alimentare il processo di trasformazione
del legno.
Se l'eucalipto è adeguatamente concimato non sembra causi
affatto impoverimento del suolo come molte fonti riportano secondo la Fao.
Anzi migliora, per alcuni ricercatori, l'ecosistema ove
risiede (Fao REU, 1999).
Anche l’eccessivo prelievo
dalle falde idriche è contestato in questo compendio sul bioenergico pubblicato
dalla FAO, ove sembra simile a qualsiasi altra pratica agro-colturale
nonostante il loro profondo apparato radicale che raggiunge i 30 metri sotto il
suolo. Secondo la FAOo l'eucalipto ha esigenze idriche simili alle altre
essenze arboree ad esempio della flora mediterranea, solo che crescendo 10
volte tanto rispetto al pino ad esempio ha bisogno molta più acqua, di qui
l'illusione che vi sia uno spreco d'acqua. Inoltre l'eucalipto vive in zone
compromesse a livello idrologico con falde freatiche profonde e aridità, zone
che senza questi alberi sarebbero ancora più inospitali e a rischio frane,
erosioni e smottamenti.
Da qui l'invito
della FAO ad un accorta gestione d'un genere arboreo d'incredibile importanza
per produzione e qualità della biomassa prodotta.
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