Famiglia
Euforbiaceae
Vi
sono 60 generi nelle Euforbiaceae e
40 specie in Manihot P.Mill.
Classificazione (Usda, 2007).
Manihot
esculenta
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Regno.
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Plantae – Piante.
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Sottoregno
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Tracheobionta –Piante vascolari.
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Superdivisione
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Spermatophyta – Piante a seme.
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Divisione
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Magnoliophyta – Piante a fiore.
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Classe
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Magnoliopsida – Dicotiledoni.
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Sottoclasse
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Rosidae
.
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Ordine
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Famiglia
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Genere
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Manihot P. Mill. –
cassava
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Specie
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Manihot esculenta.
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La Manioca
o Cassava appartiene alla famiglia delle Euforbiacee
e al genere Manhiot che comprende
circa 40 specie delle quali la Manhiot
Esculenta è l'unica coltivata. E' un alberello che raggiunge i 4 metri a
portamento arbustivo vivace con fusto semi legnoso ed è poliennale in
condizioni naturali anche se come specie coltivata la si trova più che altro
come annuale o al massimo biennale.
La Cassava dal grande apparato radicale si può coltivare
in terre marginali dove altre coltivazioni non sono redditizie, evitando la
competizione con le colture da food propriamente dette. Originaria delle zone
tropicali dell'America Latina, si è diffusa in quasi tutte le zone calde
del mondo permettendo date le sue alte
rese produttive d'avere una ripresa demografica in zone a bassa densità abitativa
causa mancanza dei mezzi di sostentamento. Infatti nelle zone equatoriali e
sub-equatoriali umide i cereali non possono crescere o hanno difficoltà proprio
a causa dell'eccessiva umidità che impedisce tra l’altro l’essiccazione. In
queste condizioni le radici, i bulbi e i tuberi offrono un’alternativa,
riuscendo a sfruttare al meglio la luce d'un cielo sempre nuvoloso e reagendo
bene alle crittogame in zone ad alta proliferazione fungina.
La manioca cresce
bene in suoli poveri e compatti, dove grazie alla particolare conformazione e
al vigore di crescita delle sue radici tuberizzate, riesce a far presa.
Inoltre a
differenza d'altri tuberi tropicali è un ottimo fonte di cibo d'emergenza dato
che la manioca può rimanere nel terreno a lungo senza deteriorarsi e se di
qualità amara non sarà neanche attaccata dai patogeni e parassiti in maniera
consistente. La composizione media della radice sbucciata di manioca allo stato
umido è la seguente: acqua 60-67%, carboidrati 30-35%, proteine 1-2%,grassi
0,3%, fibra 1-2%, sali minerali 1%. Le radici presentano piccole ma rilevanti
quantità di glucosidi cianogenici che impongono precauzioni nell'uso come food
crops, i glucosidi maggiormente presenti sono la linamarina e la
loto-australina. L'acido cianidrico varia da 10 a 370 mg per kg di radice fresca.
Le varietà di manioca dolci ne hanno poco e solo sotto la
buccia mentre le varietà amare ne hanno molto fino a 370 mg per tutto l'organo.
Sembra che le varietà amare siano meno attaccate dai parassiti e ciò le fa
preferire per l'uso bioenergetico low input.
Per il raccolto richiede 8-12 mesi per le varietà precoci
o tardive. La produzione s'aggira intorno a 12 t/ha, 10-7 senza cure colturali
e in terreni poveri, 30 t/ha se in terreni fertili vulcanici o sotto
concimazione bilanciata e forzata (se sì da troppo azoto le radici rimangono
piccole e si favorisce il lussureggiamento della parte aerea e l'accumulo d'
Hcn nelle radici).
Va effettuato un controllo attento delle malerbe nei primi
due mesi. Non si può definire appieno una low input crop ma dato che può essere
utilizzata in terreni marginali e in condizioni inospitali per altre crop può
essere inserita nel gruppo delle piante adatte ad essere coltivate con bassi
input energetici per usi no food. L'impianto è fatto per talea di fusto solo
raramente per seme su terreni sottoposti ad aratura e assolcatura. Ciò
indirettamente forse favorisce i parassiti e le crittogame in generale con
attacchi negli ultimi tempi crescenti in pericolosità. I virus sopratutto sono
molto pericolosi, le virosi come quelle del Manhiot
virus o virus del mosaico distruggono le foglie completamente e la brown streak attacca invece anche i
fusti. La crittogama Cercospora viscosae
crea danni ingenti a volte. Imenotteri, acari, afidi sono antagonisti temibili
per la manioca.
La pianta non sopporta i ristagni idrici e quindi
predilige terreni sabbiosi e reagisce bene all’aridità perdendo tutte le foglie
e ritornando a vegetare non appena le condizioni idriche lo permettono. Le
foglie sono ottime come foraggio ricche in proteine e vitamine, sono consumate
in alcune zone dell'Africa equatoriale come ortaggi.
La produzione mondiale s'aggira intorno ai 160 Mt
attualmente, il Brasile è il maggior produttore. Nell'elenco dei paesi
produttori fa ora il suo ingresso a grande livello la Cina che punta sulla
manioca per coltivare alcune zone del suo territorio a bassa fertilità e per
ottenere sia amido che etanolo tramite scissione idrolitica e fermentazione.
Vi è stato uno studio
condotto da 11 paesi in comune, per verificare le possibilità realizzative di
un progetto per la messa in coltura di piantagioni di manioca da destinare alla
produzione d’etanolo nel
distretto di Gujan in Cina, un’area rurale tradizionalmente dedita a questa
coltura per le sue favorevoli condizioni ambientali. Nella immagine della
pagina successiva è illustrata la filiera di produzione d’etanolo dalla sua
coltivazione
Il progetto iniziale prevede d’ampliare a 400.000 ha la
superficie dedicata a codesta coltura nella zona. S’otterrebbero così
5.200.000.000 t/anno di radici tuberizzate per generare dalla fermentazione
dell’amido e cellulosa in esse contenute 2.525.253.000 litri d’etanolo. Se
l’etanolo ottenuto è usato tutto per autotrazione, lo studio dimostra che entro
10 anni la Cina sostituirà fino a 618.162 milioni di litri di benzina evitando
importazioni di petrolio a 70 $barile e generando reddito locale avvicinando il
reddito della zona rurale di Gujan al reddito pro-capite delle zone urbane del
sud-est cinese (Du Dai, 2004). In termini energetici il progetto ha un alta
efficienza.
G.N.
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