Cartamo (Carthamus tinctorius)
Famiglia Asteraceae (Compositae).
Classificazione (Usda, 2007).
Regno
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Plantae – Piante
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Sottoregno
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Tracheobionta –
Piante vascolari
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Superdivisione
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Spermatophyta –
Piante a seme
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Divisione
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Magnoliophyta –
Piante a fiore
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Classe
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Magnoliopsida –
Dicotiledoni
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Sottoclasse
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Ordine
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Famiglia
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Genere
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Specie
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Vi sono due
Generi: il Carthamus e il Carduncellus.
Il genere Carthamus è stato diviso in
più sottodivisioni in base al numero di cromosomi: il Chartamus, l’Odonthagnathius, l’Atractylis. La sezione denominata Chartamus: dai 24 cromosomi che
comprende la curdicis, la gypsicola, la
oxyacanthus, la palastinus, la persicus e la tinctorius(quella principale).
La sezione del genere Charthamus
denominata: Odonthagnathius; dai
20-22 paia di cromosomi è divisa in boisseri,
dentatus, divaricatus, glaucus, leucocaulos, tenuis.
La sezione del
genere C. denominata Atractylis da 11 paia di
cromosomi(include poliplodi)
comprende le specie lanatus, creticus, turkestanicus (Dajue, 2006).
Nomi comuni:
cartamo, zafferano bastardo. Inglese: safflower. Pakistan: kusum.
Cina: kusumba.
Origine e distribuzione specie:
Ha vasto
patrimonio genetico con svariate specie con differente numero di cromosomi
che possono essere
incrociate determinando ibridi. Le specie da cui sono state originate gli
ibridi coltivati sono quella a 24 cromosomi per lo più. Le specie selvatiche
conosciute a 24 cromosomi sono C.
persicus, C. lanutus, C .oxycanthus, C. palaestinus. Danno ibridi fertili
in tutte le combinazioni possibili.Tramite la selezione genetica e gli incroci
sono stati selezionati ibridi resistenti alla siccità e all’alternaria
caratteri ben presenti nelle specie selvatiche. Dal Carthamus palestinus specie
autogama del sud interno israeliano e dell’ovest iracheno con fiori bianchi e
gialli s’è originato il C. oxycanthus e il C. persicus (semi neri piccoli senza pappo). Le 4 specie hanno 24
cromosomi(2n). Incrociate in tutte le combinazioni danno ibridi fertili.
Nei loro aerali d’origine le quattro specie
sono molto diffuse. Nel carthamus
tinctorius l’isolamento geografico ha contributo alla sua diversità genica.
Vi sono anche alcune specie di Carthamus
con solo 10 paia di cromosomi e con fiori per lo più rossi, blu o rosa. Queste
sono: C.bostrisseri, C.demtatus, C.glaucas, C.leucocaulus, C.
tenuis. Il carthamus glaucus è
diffuso nell’areale mediterraneo.
Specie di
carthamus con 12 paia di cromosomi:
C.arborescensis che non è possibile ibridare, il C. riphaeus fontauer è ristretto ad una
piccola zona del nord Marocco, C.nitidus.
Specie di Carhamus
con 11, 22 o 32 paia:
Il c.divaricatus ha 11 paia è vive in
Libia. Se incrociato con C. tinctorius
da ibridi ma sterili. C.lanatus ha 22
paia di cromosomi, è diffuso in Portogallo, Spagna, Grecia.
Ha il 16% d’olio
ed è un progenitore della specie a 64 paia la c.creticus e la turkestanicus
.Il carthamus creticus è molto vigoroso si
trova in Marocco e Nord Africa ed è autoimpollinante (Dajue, 1996).
Cenni botanici:
Il cartamo è una
latifoglia della famiglia delle composite, caratterizzata da inflorescenza a
capolino e frutti detti achenii con punta acuta che termina con un pappo. Dai
fiori s’estraggono coloranti usati
principalmente nel passato per tingere tessuti, da qui il termine “tinctorius”.
Della stessa famiglia del girasole, è un
cardiforme con gambo centrale forte da cui diparte un numero diverso di
rami. Ogni ramo ha da uno a cinque capolini di solito ed ognuno di questi
contiene da 15 a 20 semi. Il cartamo ha un sistema radicale che può penetrare in profondità fino
a 2 a 3 metri, rendendolo tollerante alla siccità.
Il capitulum è la
testa del fiore maturo pieno di semi con pappo o senza pappo.
La capitula
tiene 15-30 acheni.(Dajue, 1996).
Ciclo colturale:
La pianta
attraversa dalla germinazione varie fasi: emergenza, stadio a rosetta,
allungamento steli, ramificazione, fioritura, maturazione. Il raccolto ha
bisogno da 110 a 140 giorni per maturare.(da: Agmcr.org, 2007).
Cenni colturali e Produzione:
Pianta
aridotollerante, necessità di cure colturali durante lo stadio a rosetta.
Sono state selezionate piante prive di spine
per agevolare la raccolta manuale ma è diminuita la produzione. Il cartamo è
moderatamente resistente alla salinità e molto alla mancanza d’acqua, ma non
alle erbacce perché rimane allo stadio di rosetta per lungo tempo(resiste a -6
gradi). Il numero di capitula per pianta varia da 15 a 50 con 15-20 semi. I
semi contengono dal 28,3 al 48% in olio. Il cartamo permette al coltivatore di
inserirlo in una rotazione colturale su suoli aridi per controllare le infestanti e usa l'umidità
residua con le sue profonde radici. E' spesso coltivato in rotazione con grano
o su maggese. In aree granicole, il cartamo è un ottima scelta perché si possono usare gli stessi macchinari per la
semina e raccolta del grano.
In India è
abitualmente consociata con grano e sorgo (www.agmrc.org, 2007). In più di 60
paesi cresce il cartamo, ma la metà è prodotto principalmente in India per uso
nazionale. La maggior parte della produzione rimanente è divisa tra Stati
Uniti, Messico, Etiopia, Argentina e l'Australia. La California esporta molto
del suo olio al Giappone. La produzione mondiale s’attesta sulle 800 tonnellate
molto sotto il suo potenziale. Negli ultimi tempi s’è evoluto da olio da
industria od olio per cucinare e per dare
margarina. Vi è in ogni modo un’alta produzione in Cina ma solamente per
uso medico.(Dajue, 1996).
Limiti:
E’ molto sensibile
ai marciumi e alle crittogame in generale come la Cercospora cartami e Botrytis
cinerea soprattutto se sotto irrigazione e in ambienti subequatoriali
perché originario di piante di zone semidesertiche. Inoltre è molto
suscettibile alla mosca del cartamo in Africa, Asia, Europa.(Dajue, 1996).
Usi:
E’ una delle
colture più vecchie dell’umanità, tradizionalmente coltivato per i fiori che
sono stati usati per fabbricare tinte rosse e gialle e per tingere vestiti e
come coloranti alimentari. Oggi, il cartamo offre tre prodotti principali:
olio, foraggio e granella proteica-oleaginosa. Ottima pianta da foraggio, la
farina è usata per la zootecnia ma bisogna rimuovere la testa dei
semi(pericarpo) dal pannello per i monogastrici perché ha un gusto amaro che lo
rende inaccettabile. La granella ha il
24 % di proteina ed è usata come supplemento proteico per il bestiame e
nell'alimentazione del pollame. L’olio di cartamo è ricco in acidi grassi
polinsaturi: l’oleico e il linoleico che lo rende molto simile all’olio
d’oliva. In Germania, Nord America e Giappone è considerato un olio medicinale
per le malattie cardiovascolari.
Resiste
ottimamente alle alte temperature senza fare fumo e in modo stabile. Inoltre
non cambia di consistenza alle basse temperature(-12C°).
L’olio non
contiene acido linolenico, ha una bassa percentuale di insaponificabili , non
contiene cere, coloranti e pochi acidi grassi liberi. E’ usato come olio
lubrificante per raffreddare le lame delle seghe a disco.
Date le sue caratteristiche teoricamente
l’olio di cartamo può essere addizionato in parte in miscele con il diesel
senza problemi (Dajue, 1996). In India è usato anche per fare saponi e
nell’illuminazione. Prima degli anni sessanta negli Stati Uniti, il suo olio fu
usato soprattutto come base per vernici. Più recentemente si usa
nell'alimentazione infantile, la cosmetica, nell’alimentazione a crudo o come
olio da cottura. Vi sono due tipi d’olio di cartamo estratto dai semi di due
rispettive varietà: ad alto contenuto in
acido oleico e ad alto contenuto in acido linoleico. Le varietà di
cartamo ad alto oleico sono usate per friggere perchè tengono bene le alte
temperature e sono usate anche nella cosmetica, industria alimentare e cibo per
l'infanzia. L'altra varietà produce olio con circa il 75% in acido linoleico ed è usato
principalmente per margarine.
Nell’attesa
dell'uso come olio puro da bioenergia l'interesse principale verterebbe sulla
qualità alto oleico così come accade col girasole usato puro nelle trattrici in
Toscana e Germania. Per Li Dajue e Hans-Henning Mundel dell’Ipgri (Istitute of
Plant Genetic and crop plant Research, Roma 1996) l’olio potrebbe essere quindi
ottimo sia come biodiesel che in miscela col diesel date le proprietà che lo
rendono simile al girasole.(Dajue, 1996).
G.N.
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