Switchgrass (Panicum virgatum)
Famiglia Poaceae.
Classificazione (Usda,
2007).
Regno
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Sottoregno
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Tracheobinta
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Superdivisione
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Spermatophyta
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Divisione
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Magnoliophyta
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Classe
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Sottoclasse
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Commelinidae
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Ordine
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Cyperales
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Famiglia
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Genere
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Panicum L. - Erba panico
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Specie
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P.
virgatum L.- Switchgrass
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Origine: tropicale ma
ovunque diffusa nel mondo.
Descrizione e ecologia
Erbacea C4, infestante poliennale e rizomatosa a crescita
rapida spesso dominante nei prati e nelle grandi praterie americane ma è di origine tropicale.
E’ diffusa nelle Americhe, in Europa, Asia, Africa. I culmi sono eretti e
lunghi da 0,5 a 2 metri. L’infiorescienza è un panicolo lungo da 15 a 50 cm. I
semi sono duri e piccoli e 1.000 semi pesano 1,1-2 grammi.
Alcune cultivar sono relativamente tolleranti al freddo. Vive bene su suoli neutri ma si adatta agli
acidi. Basandosi sulla morfologia e sulle diverse tipologie d habitat lo
switchgrass è stato diviso in due diverse tipologie: le specie a taglia bassa
da altopiano adatte a suoli poveri e in pendio che sfruttano meglio i bassi
input e le specie a taglia grande da pianura che sfruttano meglio gli alti
input. (Fuentes, 2002)
Cenni colturali
Si propaga da seme. La germinabilità è sul 75%. La semina è
effettuata meccanicamente.
La densità di coltura è di 400 piante sul metro quadro. Le
concimazioni non sono richieste e se applicate e bene metterle nel letto di
semina o in copertura per non stimolare le piante competitrici. Si semina in
inverno. Il germoglio esce dal rizoma in primavera, a causa della crescita
rallentata autunnale alcune erbacce potrebbero prendere il sopravvento
obbligandoci all’uso d’erbicidi. Il primo anno la resa in biomassa è bassa
rispetto al secondo anno di coltura.
Il ciclo colturale è
di 3-5 anni. Il costo di produzione è più basso rispetto al Miscanto. L’umidità
alla raccolta è del 30% e va essiccata in campo per qualche giorno (RE, 1996).
Usi energetici
Switchgrass è considerato una pianta da bioetanolo low input
dal grande potenziale grazie alla sua
robusticità e adattamento a suoli poveri e condizioni climatiche, crescita
rapida e le richieste di fertilizzanti
basse unite ad una scarsa suscettiblità alle malerbe.
Ha un alta efficienza d’uso dell’acqua e tollera bene pH
acidi. Per la Fao (Reu, 1996) il Panicum
virgatum produce un massimo di 35 t/ha di biomassa secca per attestarsi su
una media di 12 t/ha di s.s.
Tramite il
miglioramento genetico e la ricerca, la biomassa ottenuta è aumentata dal 1996
a tal punto che unita alle nuove tecniche biotecnologiche di conversione
cellulosa-etanolo ha portato nel 2006 a ricavare circa 7.000 litri di etanolo
ad ettaro. Il presidente degli Stati Uniti d’America, George W. Bush ha
menzionato lo Switchgrass in suo discorso pubblico del 2006 come una speranza
per il futuro. Switchgrass
potenzialmente può produrre 7.000 litri
di bioetanolo a ettaro contro i 5.800
l/ha per la canna da zucchero e 3.000 litri/ha per il mais.
Non tutti i pareri
sono concordi su questi dati e lo stesso dicasi per i bilanci energetici.
All’ Università della California, il Prof. Tad Patzek della
Berkeley ritiene che lo switchgrass necessiti per la sua produzione più energia
di quella ottenuta dal bioetanolo ricavato dalla conversione della sua
biomassa, per Patzek il 45 % più energia fossile della bioenergia prodotta. In
una conferenza del 2007 il Prof. Richard Muller, della stessa università,
denuncia il bilancio energetico negativo dello switchgrass.
Per permettere un Eroei
migliore alla coltura a Berkeley è partito l’Helios Project che sta tentando di pianificare un nuovo
processo biotecnologico sfruttando ceppi batterici selezionati per convertire
più efficientemente la cellulosa ad etanolo. Dall’altra parte, David Bransby,
stimato esperto americano delle energy crops sostiene che per ogni unità
d’input energetico, lo switchgrass da 4 unità d’output. Questo lavoro è stata
la fonte usata da Bush per il suo discorso all’Unione ad inizio 2006 (W.a,
2007).
G.N.
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