sabato 25 luglio 2015

SWITCHGRASS (Panicum virgatum)


Switchgrass (Panicum virgatum)



Famiglia Poaceae.

Classificazione (Usda, 2007).

Regno
Sottoregno
Tracheobinta
Superdivisione
Spermatophyta
Divisione
Magnoliophyta
Classe
Sottoclasse
Commelinidae
Ordine
Cyperales
Famiglia
Genere
Panicum L. - Erba panico
Specie
P. virgatum L.- Switchgrass

Origine: tropicale ma ovunque diffusa nel mondo.

Descrizione e ecologia
Erbacea C4, infestante poliennale e rizomatosa a crescita rapida spesso dominante nei prati e nelle grandi  praterie americane ma è di origine tropicale. E’ diffusa nelle Americhe, in Europa, Asia, Africa. I culmi sono eretti e lunghi da 0,5 a 2 metri. L’infiorescienza è un panicolo lungo da 15 a 50 cm. I semi sono duri e piccoli e 1.000 semi pesano 1,1-2 grammi.
Alcune cultivar sono relativamente tolleranti al freddo.  Vive bene su suoli neutri ma si adatta agli acidi. Basandosi sulla morfologia e sulle diverse tipologie d habitat lo switchgrass è stato diviso in due diverse tipologie: le specie a taglia bassa da altopiano adatte a suoli poveri e in pendio che sfruttano meglio i bassi input e le specie a taglia grande da pianura che sfruttano meglio gli alti input. (Fuentes, 2002)

Cenni colturali
Si propaga da seme. La germinabilità è sul 75%. La semina è effettuata meccanicamente.
La densità di coltura è di 400 piante sul metro quadro. Le concimazioni non sono richieste e se applicate e bene metterle nel letto di semina o in copertura per non stimolare le piante competitrici. Si semina in inverno. Il germoglio esce dal rizoma in primavera, a causa della crescita rallentata autunnale alcune erbacce potrebbero prendere il sopravvento obbligandoci all’uso d’erbicidi. Il primo anno la resa in biomassa è bassa rispetto al secondo anno di coltura.
 Il ciclo colturale è di 3-5 anni. Il costo di produzione è più basso rispetto al Miscanto. L’umidità alla raccolta è del 30% e va essiccata in campo per qualche giorno (RE, 1996).




Usi energetici
Switchgrass è considerato una pianta da bioetanolo low input dal grande potenziale grazie  alla sua robusticità e adattamento a suoli poveri e condizioni climatiche, crescita rapida e le  richieste di fertilizzanti basse unite ad una scarsa suscettiblità alle malerbe.
Ha un alta efficienza d’uso dell’acqua e tollera bene pH acidi. Per la Fao (Reu, 1996) il Panicum virgatum produce un massimo di 35 t/ha di biomassa secca per attestarsi su una media di 12 t/ha di s.s.
 Tramite il miglioramento genetico e la ricerca, la biomassa ottenuta è aumentata dal 1996 a tal punto che unita alle nuove tecniche biotecnologiche di conversione cellulosa-etanolo ha portato nel 2006 a ricavare circa 7.000 litri di etanolo ad ettaro. Il presidente degli Stati Uniti d’America, George W. Bush ha menzionato lo Switchgrass in suo discorso pubblico del 2006 come una speranza per il futuro.  Switchgrass potenzialmente  può produrre 7.000 litri di bioetanolo a ettaro contro i  5.800 l/ha per la canna da zucchero e 3.000 litri/ha per il mais.
 Non tutti i pareri sono concordi su questi dati e lo stesso dicasi per i bilanci energetici.
All’ Università della California, il Prof. Tad Patzek della Berkeley ritiene che lo switchgrass necessiti per la sua produzione più energia di quella ottenuta dal bioetanolo ricavato dalla conversione della sua biomassa, per Patzek il 45 % più energia fossile della bioenergia prodotta. In una conferenza del 2007 il Prof. Richard Muller, della stessa università, denuncia il bilancio energetico negativo dello switchgrass.
Per permettere un Eroei migliore alla coltura a Berkeley è partito l’Helios Project  che sta tentando di pianificare un nuovo processo biotecnologico sfruttando ceppi batterici selezionati per convertire più efficientemente la cellulosa ad etanolo. Dall’altra parte, David Bransby, stimato esperto americano delle energy crops sostiene che per ogni unità d’input energetico, lo switchgrass da 4 unità d’output. Questo lavoro è stata la fonte usata da Bush per il suo discorso all’Unione ad inizio 2006 (W.a, 2007).

G.N.

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