Tra i flocculanti naturali ve ne sono diversi dalla buone
potenzialità, ma uno dei più interessanti è senza dubbio estratto dalla Moringa oleifera. Uno dei pregi della
moringa è l’abbondanza sul mercato, a prezzi relativamente economici, del suo
estratto, che deriva dalla massa residua
dell’ estrazione del’olio di ben, dalle ottime qualità fisico-chimiche e che è
valutato come potenziale fonte di biodiesel.
Altri flocculanti naturali non sono presenti sul mercato a
prezzi accessibili (dato che devono essere appositamente estratti e non sono
residuo d’altre lavorazioni) nonostante
l’ottima qualità come lo Strychnos potatorum Linn.usato in India per
purificare l’acqua, e quindi un loro eventuale uso per l’acquicoltura è
improbabile al momento.
La Moringa oleifera
è un alberello tropicale, leguminosa spontanea in Africa e Asia con alta
produzione di baccelli contenenti una miriade di sostanze utili per i più
diversi scopi. Ha un contenuto in proteine e sali minerali notevolissimo tanto
che sono allo studio progetti per la realizzazione d’alimenti contro la
malnutrizione infantile a base di Moringa.
Ma la qualità che a
noi interessa di più è che dalle sue proteine viene estratto un coagulante che
stimola la flocculazione usato nella
tecnologia vinicola biologica per la precipitazione dei lieviti in sospensione.
Lavora bene indipendenemente dal pH, caratteristica molto importante.
La capacita flocculante della farina del legume, è ben
nota ai tropici dove viene tradizionalmente usata per rendere potabile l’acqua
eliminando larve e parassiti dalla sua superficie, perchè fa precipitare
colloidi e particelle in sospensione a cui vi sono aggrappati il 90% dei
batteri.
Vi sono progetti in
studio per rendere potabile l’acqua utilizzando materiali facilmente reperibili
ai tropici come questa pianta e la pomice (Broin, 2002).
La prova svolta nel mese di luglio del 2006, in
laboratorio del Dipartimento di Biotecnologie Agrarie di Firenze, a cui ho
personalmente partecipato non ha dato i frutti sperati.
La microalga prescelta per l’esperimento è stata la Nannocloropsis, alga marina coltivata in bioreattori. La microalga si presentava in
una spessa emulsione acquosa molto fine di colore verde scuro. L’esperimento
avendo disatteso le aspettative non è stato più ripetuto.
In prospettiva si
pensa di ripeterlo con concentrazioni diverse oppure usando direttamente
l’estratto dei semi di Moringa invece della cake disoleata e soprattutto
provando con microalghe d’acqua dolce dove si spera dovrebbe finalmente dare i
risultati sperati.
G.N.
Nessun commento:
Posta un commento