Ecco alcune
delle piante studiate nella zona di Tezonapa
Nell'immagine: il Tepejilote
Astrocaryum
Mexicanum
Palma monocaule che cresce nel
territorio limitrofo al Golfo del Messico, Belize, Guatemala del Nord, El
Salvador, Nord Honduras, Nordest Nicaragua.
L’habitat ideale per questa specie è la foresta umida
tropicale di bassa montagna.
Descrizione
Il tronco cresce fino a 2 metri e mezzo con un diametro
di 40 cm.
Vuole suolo fertile e constantemente umido.
Il fiore è bianco giallastro.
Usi.
Il fiore e il frutto sono comunemente consumati
nell’area.
Il fusto è usato come materiale edile per capanne o
abitazioni rurali essendo flessibile e resistente mentre con le foglie vengono
fatti i tetti. E’ pianta ornamentale specialmente se piantata in gruppo.
L’infiorescenza emerge da un grande spadice marrone scuro. La foglia appare a
margine intero lanceolata da giovane mentre invece tende a fessurarsi per
azione del vento col passare del tempo (Riffle, 1999).
Il Tepejilote – Chamedorea tepejilote
Tab.13 - Classificazione botanica
Regno
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Plantae
(Piante)
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Sottoregno
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Tracheobionta (Piante vascolari)
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Superdivisione
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Spermatophyta (Piante con semi)
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Divisione
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Magnoliophyta
(Piante con fiori)
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Classe
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Liliopsida (Monocotiledoni)
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Sottoclasse
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Arecidae
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Ordine
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Arecales
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Famiglia
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Arecaceae
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Genere
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Chamaedorea Willd.
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(USDA, 2010).
Il nome Chamaedorea
deriva dal greco "chamai= nano" e "dory=albero
o fusto d’albero" questo per indicare il grande
numero di specie di
piccola taglia presenti in questo
genere.(http://www.homolaicus.com).
Descrizione.
Palma con fusto unico eretto, alto 3-4 m, di 1,5-3 cm di
diametro, con nodi abbastanza pronunciati, internodi lunghi 5-20 cm. Foglia
pinnata, lunga 60-105 cm;
con 15-20 foglioline
riunite in gruppi alterni di 2-4, leggermente falcate, con apice
acuminato, lunghe 20-40 cm e larghe 4-6 cm. Infiorescenza intrafogliare, la
maschile lunga 20-30 cm, la femminile, generalmente meno ramosa, lunga 15-30
cm. Frutto da globoso a ovoidale, lungo 8-12 mm e 7-9 mm di diametro, di colore
nero a maturazione. Fiorisce da giugno a ottobre. Cresce nella foresta mediana
sub-perennifoglia tra 500 e 1250 m s.l.m. È specie endemica del Messico
(Veracruz, Oaxaca). Volgarmente viene chiamata Pacaya in Guatemala e Pacaya Palm negli
Stati Uniti. Viene utilizzata come pianta ornamentale o
se ne utilizzano le foglie per composizioni floreali e se ne mangiano i fiori.
Quest’ultimo uso sembra legato alla civiltà
Maya dato che è diffuso in Guatemala e nel Sud del Messico.
L’infiorescenza dal colore giallo raccolta in uno spadice
verde chiaro viene chiamata ‘‘Pacaya’’ in Guatemala dove è consumata solo la
maschile.
Sempre in
Guatemala è consumato un piatto denominato “bojon”
costituito dalle giovani gemme
fiorali raccolte in un precoce stadio fisiologico che fa sì che il sapore sia più dolce e soave. Del genere
Chamaedorea segnaliamo l’utilizzo della Chamaedoroea
quezalteca e Chamaedorea whitelockiana le cui infiorescenze in altre parti
del paese si mangiano allo stesso modo (López
R., G.F. 1990).
Con il termine
popolare di Tepejilote nella regione
centrale dello stato di Veracruz s’identifica la Chamaedorea tepejilote appartenente al subgenere stephanostachys. Le infiorescenze di
questa palma si mangiano dopo bollitura, impanate, fritte o conservate in
aceto. Per tradizione viene consumata solo l’infiorescenza maschile e più
raramente la femminile più amara.
Le
palme e il genere Chamaedorea.
Le palme (Fam. Arecaceae)
sono rappresentate da circa 220 generi, con circa 3000 specie (McCurrach J. C,
1976). Sono piante tipiche delle zone tropicali, mentre nelle regioni a clima
temperato sono presenti poche specie.
Di particolare interesse è il genere Chamaedorea, con
oltre 120 specie. Le piante di questo genere vengono chiamate palme minori,
dato il loro sviluppo modesto rispetto a quello di altri generi di palme di
notevoli dimensioni (Hodel D. R., 1992).
L'ambiente
naturale di questo genere è costituito dai sottoboschi delle foreste
subtropicali umide che si estendono nella fascia che va dall'Oceano Atlantico
al Pacifico. La maggior parte delle specie è presente in Bolivia, Brasile,
Colombia, Costa Rica, Ecuador, Guatemala, Honduras, Messico, Panama e Perù
(Garcia-Bielma 1994). È interessante notare che oltre il 40% delle specie conosciute
vive in Messico e Guatemala. In Messico vivono oltre 50 specie, di cui 17 nel
solo stato di Veracruz (Rzedowski J.1978).
Alcune specie di Chamaedorea
sono coltivate e apprezzate in tutto il mondo come ottime piante per l'arredo
di spazi all'interno di case, uffici, centri commerciali; nei giardini molto
spesso vengono utilizzate per la realizzazione di angoli particolarmente
decorativi.
In natura, comunque, molte specie di Chamaedorea sono in regressione ed alcune di esse addirittura in
via di estinzione. Per tale motivo gli orti botanici di tutto il mondo tendono
a coltivare rappresentanti di questo genere, contribuendo in tal modo alla loro
conservazione e protezione (Vovides A. P.1994).
Minacce
per le specie selvatiche
La regressione delle specie selvatiche di camadorea nello
stato di Veracruz è dovuta essenzialmente a due cause: la richiesta crescente
di terreni da coltivare, per cui vengono tagliate le foreste per disporre di
nuovi spazi da utilizzare a fini agricoli, e la notevole utilizzazione delle
camedore (C.elegans da foglia e C.tepejilote da fiore) da parte delle
popolazioni locali per scopi alimentari o commerciali. Di alcune specie si
utilizzano a scopo alimentare le infiorescenze non ancora aperte o mature. Di
altre i fusti, che vengono tagliati, ripuliti dalle foglie e intrecciati per ricavarne
cesti, nasse per catturare gamberi e tartarughe di fiume, oppure le foglie per
fare addobbi e composizioni floreali.
Infine, di molte specie, le più ornamentali, si
raccolgono indiscriminatamente grossi quantitativi di semi che vengono venduti
a vivaisti di tutto il mondo per la produzione di piante.
Da una indagine effettuata è emerso che ogni giorno,
all'interno della selva messicana, vengono tagliate oltre 1 milione di foglie e
raccolti circa 200 kg di semi di camedoree, senza calcolare il taglio delle
piante intere per utilizzarne i fusti. Chiaramente, negli ambienti naturali,
mancando i semi, si riduce di molto il ricambio delle vecchie generazioni con
nuove piantine e ciò porta alla regressione delle specie, se non alla loro
scomparsa (Saldivia et al 1982)
Ci si augura che presto vengano adottate in tali aree del
Messico strategie ecocompatibili che consentano una migliore utilizzazione
delle risorse naturali, senza ricorrere alla metodica distruzione del
patrimonio vegetale preesistente.
La
raccolta nell’ejido di Atitla de
Garcia Cubas.
Il più importante uso di questa specie di Chamaedorea
(Fig.71) fatto dalla popolazione locale
è il consumo delle infiorescenze
maschili dette Tepejilote.
Il tepejilote è
un ortaggio popolare e importante, consumato crudo o cotto e venduto nei
mercati. Va raccolto prima che l’infiorescenza dal bianco candido esca dal
coriaceo tegumento coriaceo e dal verde vivace che la riveste. In questa fase
appare come una spiga di grano. Per la raccolta dell’ infiorescenza del tepejilote la pianta fiorisce una volta
all’anno essendo l’epoca di fioritura a fine di novembre e si estende fino
gennaio e febbraio. Posteriormente
appaiono a scalare nell’infiorescenza dei piccoli frutti di colore verde che
virano ad un colore sempre più scuro fino al mese di agosto dove finalmente
sono maturi. I fiori sono raccolti manualmente con un coltello dalla punta
ricurva prima che si schiudano dopo che sono emersi dal caule centrale ma
ancora sono racchiusi dallo spadice protettivo. Più la raccolta verrà
posticipata più il sapore sarà amaro e il fiore assumerà una tinta verde dal
giallo orginale ma tuttavia le dimensioni saranno di gran lunga maggiori. Da
notare che dalle testimonianze da me raccolte sembra che la concimazione se
applicata può dare grossi risultati in termini di aumento di peso
dell’infiorescenza a parità di grado di maturazione.
Un altra cosa molto importante e che purtroppo la
raccolta di fiori e la raccolta di foglie per scopi ornamentali sono
tra di loro inconciliabili almeno sulla stessa
pianta dato che gli agricoltori sostengono che la foglia
perde in quantità e qualità se si fa sviluppare l’infiorescenza quel tanto che
basti per il consumo.
Stessa cosa naturalmente va detta a riguardo della
raccolta del seme (fig.72)
per la quale gli agricoltori lasciano andare a frutto le
palme che reputano migliori a prima acchitto basandosi sulla fisionomia e
grandezza in rapporto all’età.
Abbiamo constatato come gli agricoltori nell’ejido di
Tezonapa usano la lotta chimica contro soprattutto malattie fungine e nematodi,
tutto questo però all’interno di agroecosistemi dall’incredibile biodiversità.
Sono ex càfetales (piantagioni di
caffè)
riconvertiti alla produzione di camaedora da foglia e da
fiore, C.elegans e C.tepejilote. Questa
palma convive o ha sostituito il caffè nelle piantagioni che sono state
riconvertite alla nuova coltura. Entrambe le piante prediligono condizioni di
ombreggiamento e il recente calo del
prezzo internazionale del caffè ha fatto si che si attuasse questa
conversione in tempi brevi..
L’aspetto della zona di
coltivazione è gradevole grazie all’elevata biodiversità di questo
agroecosistema, tanto che l’ejido sta prendendo in considerazione le
possibilità legate all’ecoturismo.
G.N.