venerdì 10 luglio 2015

MANIOCA (Manihot esculenta)

Manioca (Manihot esculenta)



Famiglia Euforbiaceae

Vi sono 60 generi nelle Euforbiaceae e 40 specie in Manihot P.Mill.

Classificazione (Usda, 2007).

Manihot esculenta 
Regno.
Plantae – Piante.
Sottoregno
Tracheobionta –Piante vascolari.
Superdivisione
Spermatophyta – Piante a seme.
Divisione
Magnoliophyta – Piante a fiore.
Classe
Magnoliopsida – Dicotiledoni.
Sottoclasse
Rosidae  .
Ordine
Famiglia
Genere
Manihot P. Mill. – cassava
Specie
Manihot esculenta.

La Manioca o Cassava appartiene alla famiglia delle Euforbiacee e al genere Manhiot che comprende circa 40 specie delle quali la Manhiot Esculenta è l'unica coltivata. E' un alberello che raggiunge i 4 metri a portamento arbustivo vivace con fusto semi legnoso ed è poliennale in condizioni naturali anche se come specie coltivata la si trova più che altro come annuale o al massimo biennale.
La Cassava dal grande apparato radicale si può coltivare in terre marginali dove altre coltivazioni non sono redditizie, evitando la competizione con le colture da food propriamente dette. Originaria delle zone tropicali dell'America Latina, si è diffusa in quasi tutte le zone calde del  mondo permettendo date le sue alte rese produttive d'avere una ripresa demografica in zone a bassa densità abitativa causa mancanza dei mezzi di sostentamento. Infatti nelle zone equatoriali e sub-equatoriali umide i cereali non possono crescere o hanno difficoltà proprio a causa dell'eccessiva umidità che impedisce tra l’altro l’essiccazione. In queste condizioni le radici, i bulbi e i tuberi offrono un’alternativa, riuscendo a sfruttare al meglio la luce d'un cielo sempre nuvoloso e reagendo bene alle crittogame in zone ad alta proliferazione fungina.
 La manioca cresce bene in suoli poveri e compatti, dove grazie alla particolare conformazione e al vigore di crescita delle sue radici tuberizzate, riesce a far presa.
 Inoltre a differenza d'altri tuberi tropicali è un ottimo fonte di cibo d'emergenza dato che la manioca può rimanere nel terreno a lungo senza deteriorarsi e se di qualità amara non sarà neanche attaccata dai patogeni e parassiti in maniera consistente. La composizione media della radice sbucciata di manioca allo stato umido è la seguente: acqua 60-67%, carboidrati 30-35%, proteine 1-2%,grassi 0,3%, fibra 1-2%, sali minerali 1%. Le radici presentano piccole ma rilevanti quantità di glucosidi cianogenici che impongono precauzioni nell'uso come food crops, i glucosidi maggiormente presenti sono la linamarina e la loto-australina. L'acido cianidrico varia da 10 a 370 mg per kg di radice fresca.
Le varietà di manioca dolci ne hanno poco e solo sotto la buccia mentre le varietà amare ne hanno molto fino a 370 mg per tutto l'organo. Sembra che le varietà amare siano meno attaccate dai parassiti e ciò le fa preferire per l'uso bioenergetico low input.
Per il raccolto richiede 8-12 mesi per le varietà precoci o tardive. La produzione s'aggira intorno a 12 t/ha, 10-7 senza cure colturali e in terreni poveri, 30 t/ha se in terreni fertili vulcanici o sotto concimazione bilanciata e forzata (se sì da troppo azoto le radici rimangono piccole e si favorisce il lussureggiamento della parte aerea e l'accumulo d' Hcn nelle radici).
Va effettuato un controllo attento delle malerbe nei primi due mesi. Non si può definire appieno una low input crop ma dato che può essere utilizzata in terreni marginali e in condizioni inospitali per altre crop può essere inserita nel gruppo delle piante adatte ad essere coltivate con bassi input energetici per usi no food. L'impianto è fatto per talea di fusto solo raramente per seme su terreni sottoposti ad aratura e assolcatura. Ciò indirettamente forse favorisce i parassiti e le crittogame in generale con attacchi negli ultimi tempi crescenti in pericolosità. I virus sopratutto sono molto pericolosi, le virosi come quelle del Manhiot virus o virus del mosaico distruggono le foglie completamente e la brown streak attacca invece anche i fusti. La crittogama Cercospora viscosae crea danni ingenti a volte. Imenotteri, acari, afidi sono antagonisti temibili per la manioca.
La pianta non sopporta i ristagni idrici e quindi predilige terreni sabbiosi e reagisce bene all’aridità perdendo tutte le foglie e ritornando a vegetare non appena le condizioni idriche lo permettono. Le foglie sono ottime come foraggio ricche in proteine e vitamine, sono consumate in alcune zone dell'Africa equatoriale come ortaggi.
La produzione mondiale s'aggira intorno ai 160 Mt attualmente, il Brasile è il maggior produttore. Nell'elenco dei paesi produttori fa ora il suo ingresso a grande livello la Cina che punta sulla manioca per coltivare alcune zone del suo territorio a bassa fertilità e per ottenere sia amido che etanolo tramite scissione idrolitica e fermentazione.
Vi è stato uno studio condotto da 11 paesi in comune, per verificare le possibilità realizzative di un progetto per la messa in coltura di piantagioni di manioca da destinare alla produzione d’etanolo nel distretto di Gujan in Cina, un’area rurale tradizionalmente dedita a questa coltura per le sue favorevoli condizioni ambientali. Nella immagine della pagina successiva è illustrata la filiera di produzione d’etanolo dalla sua coltivazione 
Il progetto iniziale prevede d’ampliare a 400.000 ha la superficie dedicata a codesta coltura nella zona. S’otterrebbero così 5.200.000.000 t/anno di radici tuberizzate per generare dalla fermentazione dell’amido e cellulosa in esse contenute 2.525.253.000 litri d’etanolo. Se l’etanolo ottenuto è usato tutto per autotrazione, lo studio dimostra che entro 10 anni la Cina sostituirà fino a 618.162 milioni di litri di benzina evitando importazioni di petrolio a 70 $barile e generando reddito locale avvicinando il reddito della zona rurale di Gujan al reddito pro-capite delle zone urbane del sud-est cinese (Du Dai, 2004). In termini energetici il progetto ha un alta efficienza.



G.N.

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