mercoledì 22 luglio 2015

TOPINAMBUR (Helianthus tuberosus L.)

Topinambur (Helianthus tuberosus L.)



Famiglia Asteraceae

Regno
Plantae – Piante
Sottoregno
Tracheobionta – PianteVascolari
Superdivisione
Spermatophyta – Pianta a seme
Divisione
Magnoliophyta – Pianta a fiore
Classe 
Magnoliopsida- Dicotiledoni
Sottoclasse
Asteridae
Ordine
Asterales
Famiglia 
Asteraceae
Genere
Helianthus L.– Girasole.
Specie
Helianthus tuberosus L.–Jerusalem artichoke- Topinambur

Descrizione pianta
Il topinambur o Jerusalem artichoke è pianta brevidiurna C3 originaria del Nord America.
Pianta morfologicamente simile al girasole se ne distingue per la diversa infiorescenza e per la presenza di grossi tuberi radicali ricchi di inulina. Ha un sapore simile al carciofo ma più dolce. Per questo è chiamato anche carciofo di Gerusalemme. E’ alto da 1 a 4 metri. Ha uno stocco semirigido e foglie lanceolate. Produce fiori gialli con 4-8 cm di diametro. Non sempre la pianta produce semi. Ha un apparato radicale con stoloni sotterranei che portano grossi tuberi simili alla patata eccetto che i primi hanno un contenuto d’acqua più alto e producono radici avventizie. Resiste poco al gelo ma i tuberi sopravvivono a -30 gradi. Predilige suoli sabbiosi e vive e produce discretamente anche in suoli poveri.
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Cenni colturali.
Il topinambur è una delle colture di campo di cui disponiamo con la più alta produzione di materia secca per ettaro. Un buon raccolto è relativamente facile da ottenere ma difficile da raccogliere ed immagazzinare.
 I tuberi sono legati ermeticamente alla corona della pianta e, quando è effettuata la raccolta meccanica, viene su un insieme di tuberi, tessuto di corona, e suolo che non si separano bene come la patata e la patata dolce.
Vi è così necessità di molta manodopera per la fase di raccolta. Oltre a questo, i tuberi si deteriorano velocemente e sono difficili da immagazzinare denotando una bassa serbevolezza.
Vanno processati rapidamente con problemi logistici facilmente immaginabili. I tuberi si conservano bene in ogni modo nel suolo e ipoteticamente potrebbero essere immagazzinati nel campo tal quali e raccolti periodicamente ogni qualvolta il suolo non è    troppo bagnato al punto da rendere difficile la raccolta. Un altro problema è che il topinambur non resiste bene alle infestanti e non si adatta ai suoli argillosi. Richiede un pH compreso tra 5,5 e 7. Per la semina usiamo una piantatrice da patate. Si propaga mediante frammenti di tubero, semi o segmenti del rizoma.
Dove coltivata in maniera tradizionale la  concimazione apportata è N: K: P, 40-80; 250; 120 più 60 kg/ha di magnesio. La coltura va sospesa ogni 5 anni perchè è molto soggetta allo Sclerotinia. Spesso è coltivata nonostante sia poliennale come coltura al massimo biennale. E’ attaccata inoltre dalla ruggine Puccinia helianthi e dall’Erysiphe cichoracearum.


Produzione e usi energetici.
E’ coltivato in maniera estensiva come pianta da bioetanolo. Con il sorgo dolce e la patata dolce ha la resa in zuccheri semplici e quindi in alcol più alta riportata in letteratura (7.500 l/ha). Nonostante ciò la specie denota allo stato attuale molti svantaggi colturali e processuali che ne limitano lo sviluppo. Ad esempio nonostante renda di più si preferisce in Europa puntare sulla barbabietola da zucchero perché il saccarosio è direttamente fermentabile.
 L’inulina richiede uno step in più nel processo di conversione per la sua idrolisi con costi aggiuntivi. In Spagna il clone "Violet de Rennes" ha prodotto 16 t/ha per anno. In Portogallo sono stati ottenuti ben 43 t/ha su suoli sabbiosi. In Olanda cloni selezionati di Bianka, Yellow perfect, Columbia e Precoce su suoli leggeri e sabbiosi hanno prodotto nel 1989 circa 92-105 t/ha in tuberi freschi con una resa in inulina di 16 t/ha (13-15% inulina nel tubero). L’anno dopo la coltura ha reso la metà. A seconda della varietà il tubero è costituito dal 75% d’acqua, 3% proteine e 16% carboidrati dei quali il polimero del fruttosio inulina può costituire da solo l’8%.
L’ Helianthus tuberosus L. è con la radice di cicoria classificata come Cichorium intybus L. una delle maggiori fonti di questo zucchero conosciute tra le colture di campo. L’ Inulina (D-fruttosio) può essere trasformata in sciroppi di fruttosio tramite idrolisi o convertita facilmente tramite fermentazione con lieviti in Bioetanolo (e saccarosio). Circa 10 litri di etanolo possono essere ricavati da 100 kg di tuberi freschi. L’Inulina può essere usata nell’industria alimentare come zucchero dietetico, mentre gli sciroppi di fruttosio possono essere usati come dolcificante nelle bibite. Nel frattempo si sta attuando una rapida ricerca applicativa per utilizzare l’inulina ed i suoi possibili derivati (composti chimici del furano) come materiale per l’industria chimica. Durante gli ultimi 10 anni è stato attuato un significativo miglioramento genetico sul Topinambur in Europa specialmente nei Paesi Bassi. La produzione d’inulina è in media per il carciofo di Gerusalemme da  4,5 a 8,3 t/ha, mentre la radice di cicoria produce da 9,8 a 16,1 t/ha. Nei Paesi Bassi incrociando l’H. tuberosus si ottennero 10 cloni con produzione di inulina sulle 16 t/ha nel 1989, ma senza irrigazione in una anno di carenza idrica del 1990 s’ottennero solamente 7 t/ha (Van Soest, 1993; Mays, 1990). La biomassa verde totale ha un potere calorifico di 17,6 Mj/kg di materia secca e può essere usata come foraggio o polpa per cartiere (RE, 1996).


G.N.

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