Lo scopo delle
colture energetiche è innanzitutto diminuire il contenuto di anidride carbonica
nell’atmosfera.
Ne risulta che è
di rilievo calcolare non solo lo stock finale nei vari sink temporanei di
carbonio (olio-pannelli-s.o rimanente nel suolo) ma anche un indicazione sul
tempo di stoccaggio dato che più tempo rimane il prodotto non utilizzato piu
tempo la CO2 sarà
sequestrata all’ambiente. In sintesi più i
prodotti ottenuti hanno una durata superiore l’anno più una certa quota
d’anidride rimane fissata per tutto l’anno (Riello, 2005). Per questo
allevamenti d’alghe oleaginose, possono dare un importante contributo
sottraendo l’anidride all’atmosfera e convertendola in biomassa, la quale sarà
ridotta dopo la raccolta e il processo d’estrazione in olio e farine. Se la
farina sarà usata per l’alimentazione dei pesci non si chiuderà subito il ciclo
del carbonio (come nel caso dell’olio usato come fonte d’energia) ma assimilato
e immobilizzato nel sink temporaneo rappresentato dai pesci e dai loro
sottoprodotti: carne, ossa, pelle, grasso.
Il carbonio sarà quindi sequestrato per un
maggior periodo di tempo, aumentando i benefici per l’atmosfera, a differenza della
conversione da subito di tutta la massa algale in energia, ottenibile con altri
tipi di processo.
Buoni risultati anche se in misura minore
s’ottengono con la filiera di produzione agroindustriale-zootecnica relativa
alle piante terrestri oleaginose o da biomassa coltivate a scopo energetico.
Nel caso delle oleaginose l’olio estratto dai semi è usato per la combustione
interna nei motori diesel con un pronto rilascio del carbonio fissato
all’ambiente. Il residuo dell’estrazione dell’olio è un panello se è fatta
un’estrazione a freddo meccanica (usata per ottenere olio da usare puro nei
trattori e sempre per i semi con un contenuto in olio maggiore del 20 % ) e
farina se è usata un estrazione a solvente.
In Entrambi i
casi, il residuo può essere destinato all’alimentazione zootecnica con
preferenze per i ruminanti nel caso del pannello (con bilancio della CO2 meno favorevole dato che il rumine produce
gas serra) e dei monogastrici nel caso della farina.
Il carbonio
presente nei residui dell’estrazione è in quantità simile che nell’olio e il
suo rilascio avviene solo durante e per la maggior parte all’esaurirsi della
catena alimentare.
Tra le specie vegetali da privilegiare per l’uso
energetico vanno evidenziate le specie ad alta efficienza energetica, e con
processi di trasporto e accumulo fotosintati pronunciati e che non instaurano
nuova competizione per le risorse (elaborazione personale, 10-2007).
G.N.
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